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Vesuvius challenge. L’intelligenza artificiale in archeologia

Vesuvius challenge. L’intelligenza artificiale in archeologia. La Biblioteca Nazionale di Napoli conserva la cosiddetta Officina dei Papiri Ercolanesi, l’unica biblioteca antica al mondo pervenutaci, costituita da ben 1.840  tra rotoli e frammenti trovati carbonizzati nella Villa dei Papiri di Ercolano.

Nel 1969 il grande papirologo e filologo Marcello Gigante fondò a Napoli il Centro Internazionale per lo Studio dei Papiri Ercolanesi (CISPE). Lo scopo era duplice:  la ripresa dello scavo della Villa dei Papiri  e il rinnovamento dei metodi di  studio dei testi. Studio reso particolarmente complicato dalla delicatezza dei rotoli carbonizzati.

Il problema dello srotolamento

Il problema dello srotolamento adeguato per non fare danni  si pose già nel Settecento. Dopo vari tentativi effettuati senza risultati apprezzabili, Carlo III di Borbone chiamò a Napoli Antonio Piaggio, Prefetto della Biblioteca Vaticana.

Fu lui l’inventore  di una macchina grazie alla quale  stati aperti finora  la maggior parte dei rotoli . Altri successivi esperimenti di svolgimento sostanzialmente fallirono. Fin quando nel corso degli anni Ottanta del Novecento, un’équipe norvegese, guidata dal filologo Knut Kleve, ha ideato una miscela di acido acetico, gelatina e acqua, che si è rivelato efficace nel favorire lo srotolamento.

Il numero dei papiri fin qui studiati è ancora esiguo rispetto al totale, anche per la lentezza e la delicatezza delle operazioni di srotolamento e per il concreto rischio di sbriciolarli e danneggiarli per sempre. Ma ora grazie all’intelligenza artificiale si aprono scenari impensabili .

La Villa dei Papiri ad Ercolano

La Villa dei Papiri risale al 60- 50 a.C. ed appartenne con molta probabilità a Lucio Calpurnio Pisone, suocero di Gaio Giulio Cesare, nonché mecenate di Filodemo di Gadara, filosofo e poeta. le cui opere erano conservate nella biblioteca. Con l’eruzione del Vesuvio del 79 la villa fu completamente sommersa da materiale vulcanico, e lo strato arrivò a un’altezza di 25-30 metri dopo l’eruzione del 1631.

Ritrovata per caso nel Settecento durante la costruzione di un pozzo, fu oggetto di una campagna di scavi terminata nel 1761. Grazie alla quale furono portati alla luce , oltre a mosaici, affreschi e  statue, circa 2000 rotoli di papiri, rinvenuti nel 1752. Da qui l’origine del soprannome dato alla Villa.

Ci fu un periodo di intensa attività di decifrazione e studio promossa  in epoca borbonica dall’Accademia Ercolanese, fondata nel 1755 da Carlo di Borbone. Proseguita tra fine XIX e inizi XX secolo per merito di alcuni filologi europei (specie tedeschi) , ma seguita poi un progressivo calo di interesse. In questo contesto si inserisce l’impegno di Marcello Gigante col Centro Studi da lui promosso.

Marcello Gigante e la papirologia ercolanese

Dopo la stagione  della grande filologia tedesca, anche a causa delle due guerre mondiali, la papirologia ercolanese era caduta nell’oblio. L’unico studioso che si dedicava ai testi ercolanesi era Francesco Sbordone.

Era appena ritornato a Napoli nel 1968 , chiamato dalla Facoltà di Lettere dell’ Università Federico II dopo gli anni della docenza all’Università di Trieste. Fu proprio Gigante a ridare nuovo impulso alla ricerca papirologica. Iniziando e proseguendo senza sosta , fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2001, un’intensissima attività di studio, grazie anche all’istituzione di borse di studio, di convegni internazionali, di pubblicazioni.

Oltre alla catalogazione e allo studio della paleografia dei papiri, Gigante si adoperò per migliorare gli  strumenti di lavoro per migliorare la lettura. Ad esempio facendo acquistare microscopi elettronici a illuminazione. Grazie a lui la Biblioteca nazionale di Napoli, dove i papiri sono conservati, è stata dotata di foto multispettrali dei testi, progresso indiscutibile per la loro decifrazione.

In occasione del XIX centenario dell’eruzione del Vesuvio, Il Centro  pubblicò un Catalogo dei Papiri Ercolanensi comprendente  tutti i testi della scuola filosofica di Epicuro contenuti nei preziosi rotoli  fin qui esaminati.

 

 

All’Università di Napoli Gigante fu prima docente di grammatica greca e latina e poi  dal 1981 al 1995, di letteratura greca. Fu lui a farvi istituire l’insegnamento di papirologia ercolanese che tenne per incarico dal 1971 al 1983.

Il Progetto Vesuvius Challenge

 

Già dal 2007, il  Dipartimento di Informatica dell’Università del Kentucky, aveva usato raggi X e la risonanza magnetica nucleare per studiare i rotoli. Che secondo le loro stime completamente srotolati sarebbero lunghi ognuno circa 12-16 metri . Tuttavia non furono capaci di identificare l’inchiostro, e quindi a leggere i papiri.

Nel 2015 il gruppo guidato da Vito Mocella dell’Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti del CNR ha dimostrato per primo che la tomografia a contrasto di fase con luce di sincrotrone è in grado di leggere i papiri di Ercolano. Questo imaging si basa sulla identificazione  di minimi cambiamenti di spessore tra le parti del rotolo dove vi è presenza di inchiostro e quelle in cui invece non è stato scritto nulla.

Il  progetto Vesuvius Challenge nasce da  concorso-competizione  bandito dall’Università del Kentucky negli Stati Uniti , allo scopo di leggere finalmente  i testi di filosofia ellenistica (epicurea e stoica) scritti in greco antico nei papiri ercolanensi. Progetto finanziato con fondi della Silicon Valley.

Nel Marzo 2023 l’Università del Kentucky ha lanciato il progetto Vesuvius Challenge, mettendo a disposizione dei competitor l’Intelligenza Artificiale e  i modelli 3D dei papiri scansionati alle tomografie. Assegnando altresì premi in denaro per chi fosse riuscito a decifrare gruppi di  parole oppure un intero testo.  Una commissione, composta da scienziati e papirologi, ha giudicato le varie proposte pervenute.

Vincitore il gruppo formato da tre giovani ricercatori, Youssef Nader, Luke Farritor e Julian Schilliger, che ha rivelato il testo di 15 colonne, per un totale di oltre 2000 caratteri, da un rotolo ercolanese conservato all’Institut de France a Parigi.

La tecnica

Grazie a questo progetto per la prima volta si è riusciti ad aprire idealmente uno di questi rotoli grazie ad uno svolgimento esclusivamente virtuale . Federica Nicolardi, papirologa dell’Università di Napoli Federico II , è entusiasta perché sottolinea come finalmente gli studiosi di ogni nazione  potranno leggere i testi senza né toccare i papiri nè spostarsi fisicamente.

A tal proposito va ricordato che, pur essendo la maggioranza dei papiri conservata nella Biblioteca Nazionale di Napoli, ve ne sono anche in altre biblioteche estere, per quanto in numero limitato.

 

Vesuvius challenge. L’intelligenza artificiale in archeologia. Si tratta di una tecnica molto sofisticata che combina la micro-tomografia computerizzata ai raggi X con l’intelligenza artificiale.

Il rotolo viene posto all’interno di un sincrotrone, sorta di TAC che utilizza gli elettroni per produrre un potente fascio di raggi X che penetrano all’interno del rotolo senza alcun danno.

Attraverso le scansioni viene  ricreata una ricostruzione in 3D . A questo punto interviene ‘intelligenza artificiale che ricerca l’inchiostro, , le differenze di densità all’interno dell’immagine

Il futuro prossimo

Finora i ricercatori hanno aperto  buona parte del primo papiro e letto una parte  del testo, nel quale compare in greco antico la parola διατροπή ( disgusto)  che compare due volte.

Sono all’opera studiosi dell’Università di Oxford per leggere altre parti del testo. Alla fine infatti conta sempre l’interpretazione della mente umana, al servizio della quale si pone l’intelligenza artificiale.

E questo senza dubbio è un dato confortante. Chissà cosa uscirà fuori dalla lettura progressiva dei circa 300 rotoli , di cui alcuni conservati alla Bodleian Library di Oxford in Gran Bretagna. Sia ben chiaro, nonostante l’aiuto dell’intelligenza artificiale non sarà impresa facile. Anche perchè il testo è in più punti incompleto a causa dei danni subiti dai papiri. Impresa impegnativa ma affascinante. Sembra proprio che  il sogno di Marcello Gigante,di colui che ha dedicato una vita a quelli che sembrano solo pezzi di carbone bruciacchiati, possa diventare realtà.

Dario Nicolella
Dario Nicolella
Medico oncologo e dermatologo, con la passione per la scrittura, l'arte e la poesia. Autore di saggi su tematiche toponomastiche ( in particolare località campane) mitologiche (sirene, luna) e storico-artistiche (cupole,colline e chiostri napoletani) nonchè di numerose sillogi poetiche. Vincitore di premi letterari.