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Venera 5, il laboratorio sganciato nello spazio 51 anni fa

Com’è nato il sistema solare? C’è qualcosa oltre? Ed esiste la vita sugli altri pianeti? Questi sono alcuni interrogativi a cui, ancora oggi, non è stata individuata alcuna risposta. Da tempo la curiosità e la volontà di scoperta hanno perseguitato l’uomo, ma soltanto a partire dalla metà del novecento, con il progresso scientifico e tecnologico, furono ideati e di seguito progettati strumenti in grado di oltrepassare il limite e andare alla ricerca dell’ignoto.

Un potente motore allo sviluppo tecnologico, necessario ad effettuare i primi viaggi spaziali, partì dalla ricerca di prestigio e dalla necessità di supremazia tecnologica da parte di alcuni stati, motivi per cui nacque la cosiddetta “corsa allo spazio” degli anni cinquanta del XX secolo.

Anche la Russia fu protagonista di questa competizione spaziale: infatti, proprio cinquantadue anni fa, 16 maggio 1969, fu sganciato il laboratorio di Venera 5, dopo che la sonda era stata lanciata il 5 gennaio 1969.

Venera 5 e Venera 6 erano due sonde spaziali gemelle, appartenenti al programma sovietico per l’esplorazione del pianeta Venere. La prima fu proiettata nello spazio il 5 gennaio 1969, mentre la seconda fu lanciata cinque giorni dopo. L’obiettivo delle due sonde era quello di realizzare degli studi all’interno dell’atmosfera venusiana.

Le sonde trasportavano un medaglione raffigurante lo stemma governativo dell’Unione Sovietica, e un bassorilievo di Lenin, che, insieme ai moduli trasportatori, si dispersero in punti del lato notturno del pianeta. Entrambe pesavano allo stesso modo, 1130 kg, e presentavano delle somiglianze a Venera 4: tanto è vero che rispetto alla sonda precedente, Venera 5 e Venera 6 erano costituite da un materiale maggiormente resistente, oltre un aspetto più solido.

Erano formate da una capsula-laboratorio di 405 kg e un modulo d’invio, con alcuni particolari strumenti scientifici come termometri, barometri, misuratori di densità e analizzatori per gas.

Il laboratorio di Venera 5, quindi, fu scagliato nello spazio il 16 maggio 1969 e, per circa 53 minuti, trasmise dati esatti e chiari sull’atmosfera del pianeta del sistema solare, fino a quando la sua struttura fu danneggiata dall’azione di alcuni acidi gassosi mescolati tra loro, dalla pressione e dal calore. Atterrò anche sul pianeta, ma ormai fuori uso.

La maggior parte dei risultati conseguiti riguardò una successione di miglioramenti, inerenti alla conoscenza della composizione chimica dell’atmosfera. Avendo appreso l’estrema densità di quest’ultima, furono installati paracadute più piccoli, in modo tale che la caduta sarebbe stata più rapida, prima che le batterie si scaricassero. Venera 4, infatti, era scesa troppo lentamente ed era stata aggredita dagli acidi ben prima che fosse pronta una tomografia completa degli alti strati atmosferici.

Soltanto negli anni a venire, con ulteriori evoluzioni e perfezionamenti sia scientifici che tecnologi, sono stati raggiunti traguardi molto più lontani, realizzando enormi imprese, rimaste indelebili nelle menti degli individui e nell’intera storia.