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venerdì, 22 Settembre 2023

Vecchio conio: l’Italia non le cambia, la Francia sì

Parigi, una donna originaria di Verona trova 800 milioni di lire e 3.000 franchi aprendo una cassetta di sicurezza appartenuta al padre, chiede di effettuarne il cambio. La Francia accetta senza alcun problema e cambia i franchi, l'Italia non accetta il cambio delle lire.

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Emanuele Marino
Emanuele Marino
Giornalista pubblicista, nonché studente universitario iscritto alla facoltà di Lettere Moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II

Carla Ferrari, originaria di Verona ma emigrata a Parigi da molti anni, è la protagonista di questo inverosimile, quanto spiacevole, evento. La donna, aprendo una cassetta di sicurezza appartenuta al padre ormai defunto, trova un tesoro costituito da ben 800 milioni di lire italiane e 3.000 franchi francesi. La cassetta di sicurezza del genitore si trovava presso la filiale parigina della BNP Paribas.

La signora Ferrari, ha quindi deciso prontamente di rivolgersi alla banca per richiedere la conversione del denaro, dal vecchio conio al nuovo, conversione che in Francia è stata possibile e subito effettuata, cambiando alla donna i franchi in euro.

Il problema fondamentale della vicenda sorge al rientro della donna in Italia.

La signora Ferrari è stata infatti colta da stupore quando, rientrata in Italia pronta a chiedere la conversione anche della parte in lire del tesoro di cui è proprietaria, ha ottenuto come risposta da parte della Banca d’Italia un secco no.

La Banca afferma che il cambio in euro non è più possibile da anni.

La signora Carla Ferrari ha quindi preso la decisione più ovvia, ossia quella di rivolgersi ad uno studio legale per fra valere i propri diritti, così, assistita dalle avvocatesse Ilaria Napolitano del Foro di Roma e Annalisa De Angelis del Foro di Ascoli, ha trascinato la Banca d’Italia in tribunale per vedere il proprio diritto alla conversione tutelato.

La vicenda legale è ancora in corso, ma la signora Ferrari ha scoperto che in Italia non è l’unica ad aver riscontrato lo stesso problema, venendo a conoscenza di un dato allarmante, ossia che gli italiani possiedono attualmente ancora circa 10 miliardi di vecchie lire, le quali per la legge italiana risultano essere “non convertibili”, divenendo così carta straccia.

Lo Stato Italiano ha quindi sottratto valore a chi possiede denaro del vecchio conio, essendo l’unico in tutta l’Europa a non permettere il cambio. In tutti gli altri Paesi infatti è possibile convertire la vecchia moneta, anche dopo decenni.

Il discorso riguarda una vera e propria norma di civiltà, dato che il termine di prescrizione che ammonta a dieci anni, decorre dal momento in cui il possessore scopre il proprio diritto, in questo caso dal momento in cui la signora Ferrari ha aperto la cassetta di sicurezza scoprendo di essere entrata in possesso di un tesoro in vecchie lire.

In Italia lo Stato cerca invece di sottrarre ai detentori il proprio diritto, necessitando di una sentenza della Corte costituzionale per decretare l’effettiva cancellazione del decreto Monti del 2011, che sanciva l’immediata decadenza del diritto di cambio della lira in euro.

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