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“Non sono stato io”: uomo incendiato a Frattamaggiore, parla l’aggressore dal carcere

Emergono ulteriori versioni dei fatti riguardo il caso di Nicola Liguori. La difesa sostiene la propria tesi e guarda le contraddizioni.

Pasquale Pezzella continua a difendersi senza remore. L’uomo, accusato di aver provato ad incendiare vivo il trentottenne Nicola Liguori, non ci sta ed elabora la sua versione dei fatti.

Un uomo, qualche giorno fa, è stato protagonista di un’incredibile vicenda. Nicola Liguori era uscito fuori dalla propria abitazione per parlare a telefono, in video chiamata, con la fidanzata. Improvvisamente un uomo, da dietro, gli ha prima gettato l’alcol addosso e poi ha provato ad incendiarlo. Liguori è stato ‘lesto’ a reagire subito alle fiamme ed è tornato, tra le urla, a casa. Il fratello lo ha accompagnato all’ospedale e l’uomo è stato portato all’ospedale di Frattamaggiore. Liguori è stato trasferito prima a Napoli e successivamente all’Ospedale di Bari, dove attualmente è ricoverato.

Caso Liguori a Frattamaggiore, parla ‘l’aggressore’

Il giorno dopo il fratello di Liguori, Biagio Castaldo ha spiegato la situazione, rivelando i motivi del gesto e spiegando la situazione. Castaldo cita più volte il nome Pasquale riferendosi ad una persona che aveva avuto una discussione con l’uomo, poche ore prima del fatto.

Da qui deriva la tesi difensiva dell’avvocato di Pasquale Pezzella. Secondo l’uomo le forze dell’ordine sono state condizionate dalle parole del fratello. In realtà Pezzella fa sapere che nessuno gli ha mai rubato il motorino e si professa innocente: “Non sono stato io”, le parole che il legale fa sapere e l’uomo dichiara dal carcere. Il legale cita anche le parole della madre dell’uomo, parole contrastanti rispetto alla versione dei fatti dell’uomo. Per ora Pezzella resta però in carcere e l’accusa è di omicidio aggravato volontario.