“Gianni Berengo Gardin – Elliott Erwitt. Un’amicizia ai sali d’argento” è il titolo della mostra inaugurata il 15 ottobre al Parco della Musica di Roma, in cui vengono messe a confronto 120 opere di due maestri della fotografia e del bianco e nero: l’italiano Gianni Berengo Gardin e l’americano Elliott Erwitt. L’esposizione proseguirà fino al 1 febbraio 2015, mostrando al pubblico opere conosciute e meno note che ripercorrono la carriera dei due fotografi, dalle foto risalenti agli anni ’50 agli ultimi reportage del 2014, alcuni dei quali mai mostrati al pubblico. Seguendo il percorso di stili e linguaggi differenti si indaga sulle similitudini tra foto che, seppur realizzate da mani e occhi diversi, presentano dei caratteri comuni. Per il visitatore si tratta di un’occasione importante per vedere da vicino gli scatti celebri dedicati ai balli, ai baci rubati nelle strade e nei caffé, i romantici paesaggi toscani di Berengo Gardin o alle foto di Marilyn di Elliott Erwitt, la ricerca di quel carattere di ironia e e bellezza nella vita di tutti i giorni; ma l’occasione è anche quella di ammirare gli ultimi lavori indirizzati a contenuti differenti.
Si parte dalla denuncia del degrado ambientale delle navi da crociera nella laguna di Venezia, che il ligure Berengo Gardin ha raccontato nei suoi scatti per mostrare al mondo quanto essi deturpino il paesaggio. Nel frattempo, Elliott Erwitt si dirigeva in Scozia per raccontare il paese alla sua maniera, cercandone di cogliere la singolarità degli eventi quotidiani. I suonatori di cornamusa in giro per le strade scozzesi, al matrimonio tradizionale in kilt, il cane che salta sull’acqua al Peedie Cheepie in giro per Finstown, con la gente che aspetta silenziosa il proprio turno mentre una bambina salta per la contentezza, anzi ‘lievita’ come dice Erwit: “Ci sono un sacco di situazioni bizzarre in Scozia”.
I lavori dei due protagonisti della fotografia del secondo novecento sono messi a confronto anche per raccontare la loro amicizia, all’insegna di nitrato d’argento, acidi di sviluppo, camere oscure. In occasione della mostra a Roma sono stati inoltre ricostruiti e mostrati al pubblico gli studi artistici, in cui la magia si rivela e si eternizza in uno scatto fotografico.