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Un nuovo look per il Duomo di Napoli

Un nuovo look per il Duomo di Napoli. La facciata del Duomo di Napoli, famoso soprattutto per custodire le relique di San Gennaro,  Santo Patrono della città, da una settimana ha cambiato completamente aspetto. Ciò grazie ad un enorme collage fotografico a pannelli realizzato da JR, artista famoso per i suoi interventi a metà tra street art e fotografia. Il suo vero nome è Jean René, francese di origine tunisina classe ’83.

Chi sei, Napoli?

L’opera intitolata “Chi sei, Napoli?”  è l’ottava  della serie Chronicles ed è un collage di scatti effettuati in sette giorni ( 23-29 Settembre 2024) in sette zone diverse  della città (Piazza Sanità, Piazza Dante, Fuorigrotta, Mergellina, San Giovanni a Teduccio, Piazza Cavour e Borgo Sant’Antonio Abate)

Vi sono immortalati  centinaia di volti (oltre seicento) rappresentanti l’anima variegata di una città in continuo divenire, mutevole e cangiante per natura. L’opera resterà fino ad Ottobre 2025, salvo eventuali proroghe

Il concetto di installazione site specific

Per chi fosse a digiuno di arte contemporanea,  va precisato che si tratta  di un’installazione, definizione che si riferisce a un’opera effimera, ossia destinata a una breve vita. In più il termine site specific rimarca il fatto che è stata concepita in funzione di un luogo preciso, quello e nessun altro. Non potrebbe dunque essere riportata e riesposta altrove.

I pareri discordanti

Come sempre accade per l’arte contemporanea, i pareri sono diversi. Da un lato c’è chi rimarca il fatto che si tratta di personaggi laici e profani che stonano con la sacralità della facciata  di una chiesa cattedrale.

Altri ancora contestano alcune immagini ( ad esempio i bambini senza casco sui motorini ) considerate rappresentazioni dei soliti clichè di una certa Napoli. Altri ancora contestano il costo dell’installazione.

Poco prima dell’inaugurazione, c’è stata anche una protesta di alcuni che esponevano cartelli con la  la scritta “Napolicidio”. E ancora “Giù le mani dalla cattedrale” è la frase scandita più volte dallo stesso gruppetto in occasione della protesta.

Pro o contro?

Tuttavia l’opera è innegabilmente di grande impatto. Nessuno può disconoscerne l’originalità e anche il fatto che si inserisca perfettamente nelle linee neogotiche della facciata progettata sul finire dell’Ottocento da Enrico Alvino. Rispettosa peraltro dei fregi ottocenteschi nonché dei tre portali gotici trecenteschi.

A guardarla si pensa immediatamente ai mosaici che spesso venivano usati per decorare le facciate (un esempio per tutti quelli del Duomo di Orvieto) Il fatto che non ci siano santi e profeti ma gente comune, anonima (eccezion fatta per il sindaco e per l’arcivescovo) non rappresenta un limite. In fondo il Duomo di Napoli appartiene a tutta la città , come del resto lo stesso Tesoro di San Gennaro.

Se proprio vogliamo trovare un difetto, magari lo è la presenza di due  immagini riconoscibili , tra tanti volti  anonimi, il sindaco Manfredi e il Cardinale Battaglia, particolare che  poteva essere evitato. Senza peraltro nulla togliere ai due, cui va dato il merito di aver contribuito all’iniziativa.

Ma forse l’artista, tributando questo onore ai due illustri esponenti cittadini, strizzando loro l’occhiolino ha pensato che avrebbe ottenuto più facilmente il permesso per installare l’opera. Un po’ come i nobili di un tempo i cui ritratti venivano inseriti dagli artisti nelle immagini sacre delle chiese.

Un nuovo look per il Duomo di Napoli

Un nuovo look per il Duomo di Napoli. Certo che c’è stato un gran coraggio nelle autorizzazioni da parte degli enti coinvolti,compresa la Soprintendenza. Immaginate cosa sarebbe successo se un’operazione analoga fosse stata concepita sul Duomo di Firenze o su quello di Milano.

Ma diciamo la verità, la facciata del Duomo napoletano non può competere con queste e con altre ancora, decorosa certo ma nulla più. Che oltretutto si affaccia  , unico caso in Italia, su una via e non  su una piazza, con una prospettiva alquanto limitata.

Invece questa sorta di fotocollage a pannelli la rivitalizza,la rende scenografica a dispetto dell’angustia del luogo in cui sorge. E poi l’arte è anche storia ed è fatta di epoche. Non c’è monumento che non abbia subito nei secoli modifiche e rifacimenti, a differenza di quanto pensano i puristi e i passatisti, abituati come sono a guardare solo indietro.

L’arte contemporanea fa discutere sempre, ma quando è di valore può inserirsi in qualsiasi contesto. Anche sulla facciata di un Duomo. Tra l’altro incompiuta, perchè i due campanili laterali non furono mai realizzati. E comunque anonima, al punto che i turisti a stento la degnano di uno sguardo. Perché dunque non pensare di lasciarla lì per sempre?

Dario Nicolella
Dario Nicolella
Medico oncologo e dermatologo, con la passione per la scrittura, l'arte e la poesia. Autore di saggi su tematiche toponomastiche ( in particolare località campane) mitologiche (sirene, luna) e storico-artistiche (cupole,colline e chiostri napoletani) nonchè di numerose sillogi poetiche. Vincitore di premi letterari.