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Un disastro annunciato: il mare risale dal delta del Po

Un disastro ampiamente annunciato.

La grande siccità di questo inverno preoccupava gli esperti da un pò.

L’allarme era stato lanciato e poco conta che sia da solo un giorno trascorso il 17 giugno. Giorno in cui si celebra la giornata mondiale Onu per la lotta a desertificazione e siccità.

Il Po è ben oltre l’affanno, secondo l’ultimo bollettino dell’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici dell’Autorità di bacino distrettuale del Po (AdBPo), pubblicato sul sito ufficiale, quello che è il più grande fiume italiano sta attraversando “la peggior crisi da 70 anni ad oggi“.

Disastro ambientale: gli effetti del cuneo salino

Se nel medio corso del fiume la siccità era visibile a occhio nudo, gli effetti della mancanza di piogge verso il Delta lo hanno comunicati i rilevatori di salinità.

Nel tratto finale del fiume, infatti , la scarsa portata si traduce  nell’avanzamento del cuneo salino.

Questo fenomeno si traduce nell’intrusione dell’acqua di mare nel letto del fiume, in direzione opposta al suo tipico flusso.

Già ad aprile le rilevazioni del sistema Copernicus hanno registrato una risalita dell’acqua dell’Adriatico verso l’entroterra per oltre 12 km, un livello che era stato osservato solo in piena estate.

Questo fenomeno non interessa soltanto la vita del fiume, ma porta l’acqua salata a infiltrarsi progressivamente anche nelle falde svuotate per la mancanza di precipitazioni.

Quali sono gli effetti?

Lo ha spiegato molto chiaramente Mauro Mandrioli, docente di Scienze della vita all’Università di Modena e Reggio Emilia. Queste le sue parole: «Con l’intrusione marina, l’acqua dolce prelevata per l’uso irriguo dai pozzi è inutilizzabile. Il solo fatto che il suolo si arricchisca di sali tende a creare uno shock osmotico alle piante. Laddove abbiamo ricorrenti infiltrazioni, inoltre, si possono anche osservare problemi di micro-desertificazione».

 Per vedere l’azione del cuneo salino è sufficiente andare a Rosolina, un piccolo paese in provincia di Rovigo. Qui si trova la barriera antisale installata dal Consorzio di bonifica Delta del Po per frenare l’intrusione dell’acqua di mare. Un flusso continuo di piccole onde supera costantemente le paratie e fluisce nell’alveo, che si trova al di sotto del livello del mare. Per gli agricoltori locali, la speranza per la stagione più secca è che la tarda primavera porti con sé piogge abbondanti e ben distribuite.