Tredici osservatori dell’OSCE, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, sono stati rapiti e sequestrati mentre si trovavano su un bus, da milizie filo-russe nella città di Sloviansk, città dell’Ucraina dell’Est, in territorio oramai de facto in mani ex sovietiche.
Dalle prime informazioni risulta che dello staff fanno parte tre soldati e un interprete tedeschi e osservatori militari della Repubblica Ceca e di Polonia, Svezia e Danimarca. Tuttavia pare che i ribelli non abbiano creduto alla versione ufficiale offerta loro dai diplomatici, bollando come false le loro credenziali e accusandoli di spionaggio.
L’episodio, avvenuto a margine della conference call tra il presidente americano Obama e i leader europei, non facilita di certo i rapporti già tesissimi tra Mosca e l’Occidente. Stando infatti a una nota diffusa dalla casa Bianca, è intenzione dei ‘grandi’ della Terra proporre nuove sanzioni contro il Cremlino per “far pagare alla Russia un prezzo più alto per i suoi atti”. Il segretario di Stato americano, John Kerry, ha inoltre dichiarato: “Se la Russia sceglie la strada della de-escalation, tutti noi ne saremo lieti, ma se non lo fa, il mondo garantirà che il prezzo per la Russia possa solo salire”.
Fonti USA riferiscono che ogni Paese potrà proporre e attuare le misure restrittive che ritiene più adeguate, anche in modo autonomo e indipendente. Questo a rimarcare come tra USA e UE non ci sia, ancora una volta, unità di vedute su come fronteggiare la crisi Ucraina, con i primi, da un lato, che spingono per punire duramente la presa di posizione russa con misure dure e veloci, per colpire settori chiave dell’economia russa: gruppi di banchieri e leader nel settore dell’energia; e i secondi che, temendo contraccolpi di carattere politico-economico soprattutto in campo energetico, tentennano in attesa che la situazione tenda a risolversi da sola. Nondimeno, anche nella stessa UE pare non ci sia un comune accordo su come fronteggiare la nuova crisi in Ucraina dell’est: la stessa cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha infatti preferito contattare di persona, tramite una telefonata urgente, il presidente russo, esponendogli seria e profonda preoccupazione, consigli e moniti. Preoccupatissimo si è dimostrato anche il segretario Generale dell’ONU, Ban Ki Moon, che ha lanciato un appello ad astenersi a tutti i costi da azioni militari in Ucraina per evitare che la situazione finisca fuori controllo.
E’ inoltre previsto oggi un incontro a Palazzo Chigi tra il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e il neo presidente ucraino Arseniy Yatseniuk. L’Italia infatti, seguendo la scia della negoziazione, tramite il Ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha garantito pieno appoggio alle nuove iniziative sanzionatorie europee e pieno sostegno al nuovo governo ucraino.
Anche la finanza e i mercati sembrano remare contro le iniziative intraprese dal presidente Putin. La celebre agenzia di rating, Standard & Poor’s, ha infatti annunciato di aver abbassato il rating sovrano sull’affidabilità creditizia della Russia dal livello ‘BBB’ a ‘BBB-’. Tramite un comunicato, l’agenzia americana, probabilmente di parte, individua anche le ragioni: “La situazione geopolitica tesa tra Russia e Ucraina potrebbe risultare in ulteriori significativi deflussi, sia come capitale estero sia nazionale dall’economia russa, compromettendo così le prospettive di crescita già deboli del Paese”.