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Ucraina, centesimo giorno di guerra: Usa invia lanciarazzi Himars

La guerra in Ucraina, scatenata lo scorso 24 febbraio dal regime di Vladimir Putin, giunge al centesimo giorno senza che sia evidente un concreto sforzo diplomatico a un conflitto che secondo diversi analisti corre il rischio di trascinarsi per le lunghe.

A dirlo lo stesso segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, dopo l’incontro alla Casa Bianca con il presidente Joe Biden, la vice presidente Kamala Harris e il consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan.

Secondo Stoltenberg, la Nato deve sostenere Kiev per permetterle di ottenere il “risultato migliore” una volta che si avvieranno delle trattative concrete. Al momento, secondo quando reso noto in un video-discorso al parlamento lussemburghese dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, le forze russe occupano circa il 20% del territorio del paese invaso.

Ucraina, centesimo giorno di guerra: ricevuti lanciarazzi Himars dagli Stati Uniti

Le forze ucraine hanno riportato alcuni successi combattendo i russi nella città di Severodonetsk, ma la situazione militare generale nella regione del Donbass non è cambiata nelle ultime 24 ore.

Lo ha detto il presidente Volodymyr Zelensky nel nuovo video-messaggio diffuso in serata. Il leader ucraino, riferiscono i media locali, ha ringraziato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden per la promessa di nuove armi e ha detto di “aspettarsi buone notizie” sulle forniture “anche da altri partner”.

Gli Stati Uniti hanno confermato a vari livelli che i moderni lanciarazzi multipli HIMARS verranno inviati nel nostro paese. Queste armi ci aiuteranno a salvare la nostra vita e proteggere la nostra terra. Sono grato al presidente Biden, a tutti i nostri amici americani e al popolo degli Stati Uniti per il loro sostegno“, ha sottolineato il presidente.

Aggiungendo che “oggi abbiamo ottenuto un nuovo pacchetto di aiuti alla difesa dalla Svezia. Stiamo lavorando per portare la fornitura di moderni sistemi di combattimento a un livello molto più alto“.

Centesimo giorno di guerra: l’andamento del conflitto

Prima dell’invasione, in seguito all’annessione della Crimea e alla cattura di un terzo del Donbass nel 2014, le unità russe o filo-russe vi controllavano 43mila km quadrati (la sola Crimea è estesa 27mila km quadrati).

Dal 24 febbraio le truppe russe sono però avanzate notevolmente a est ea sud, lungo il Mar Nero e il Mar d’Azov, e ora controllano un corridoio costiero strategico che collega l’est russo con la Crimea. Oggi, secondo Zelensky, in mano delle forze dell’invasore si trovano quasi 125mila chilometri quadrati. Il fronte della battaglia si estende per oltre mille km, ha affermato il presidente ucraino, aggiungendo che 100 ucraini muoiono ogni giorno nell’Ucraina orientale e altre 450-500 persone vengono ferite.

“La situazione più difficile” riguarda Lugansk, una delle due regioni del Donbass, ha sottolineato il comandante in capo delle forze armate ucraine, Valeri Zalouzhny. La capitale amministrativa della regione, è ormai “occupata per l’80%” dalle forze russe e i combattimenti infuriano nelle strade, ha affermato il governatore della regione di Lugansk, Serhi Haïdaï, anche se ieri sera Zelensky, pur affermando che la situazione nel Donbass non sia sostanzialmente cambiata nelle ultime 24 ore, ha anche reso noto che nella città chiave le forze ucraine abbiano ottenuto “alcuni successi.

Ma è ancora troppo presto” per trarne conclusioni in quanto quella si Severodonetsk “è la zona più difficile in questo momento, proprio come nelle città e nelle comunità vicine: Lysychansk, Bakhmut e altre”. Città che “stanno affrontando un potente attacco russo”.

Anna Borriello
Anna Borriello
Scrivo per confrontarmi col mondo senza ipocrisie e per riflettere sul rapporto irriducibile che ci lega ad esso.