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lunedì, 29 Maggio 2023

Turchia, Erdogan: “Arresteremo chi manifesterà”

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Giovanna Castrovinci
Giovanna Castrovinci
24 anni , nata a Napoli, studia Lingue e Culture comparate presso L'università l'Orientale, è da sempre affascinata dalle culture, dai linguaggi, dalle tradizioni straniere. Interessata all'arte in tutte le sue forme, dalla poesia alla fotografia. Amante della musica, in particolar modo dei Queen e dei Rolling Stones.

Massima allerta in Turchia. A poche ore dall’inizio del corteo per la celebrazione del primo anniversario di Park Gezi, il Premier Erdogan lancia un chiaro avvertimento ai manifestanti: “Non vi sarà permesso fare come lo scorso anno”.

Nel 2013 le immagini degli scontri tra polizia e civili in piazza Taksim, il principale centro commericale e turistico della zona europea turca, fecero il giro del mondo; è qui che sorge il parco Gezi, uno degli ultimi polmoni verdi rimasti a Istanbul. Il governo turco progettò di trasformare il parco in un centro commerciale, in particolare al suo posto sarebbe stata ricostruita l’ex caserma Taksim, distrutta nel 1940, al cui interno sarebbe sorto il centro. Le proteste di stampo pacifico iniziarono durante il mese di Maggio 2013 e furono represse violentemente dal governo: il massiccio uso di spray al peperoncino; i lanci di lacrimogeni ad altezza uomo e l’aggiunta di urticanti all’acqua dei Toma, i camion muniti di idranti, indignarono persone in tutto il mondo e la Turchia fu ammonita dall’ONU e dall’Unione Europea.

In campo scesero circa 3 milioni di persone, il bilancio fu di 9 morti e 8.163 feriti. La tensione oggi è quindi molto alta: il governo ha  vietato l’accesso alla piazza dalle ore 10.50 di questa mattina, sono stati predisposti 25mila agenti in tenuta antisommossa pronti ad intervenire, e tanti altri sono quelli su mezzi blindati sparsi per la città. La ‘Piattaforma Taksim’ che diresse la rivolta dei partecipanti, in gran parte ragazzi, nel 2013, oggi esorta a manifestare contro ogni divieto non solo ad Istanbul ma anche nelle province turche di Ankara e Smirne, accusando il governo di aver violato l’articolo 34 della costituzione che garantisce la libertà di espressione.

“Non potete occupare come avete fatto l’anno scorso, dovete rispettare la legge. (…) Se ci andate, alle nostre forze di sicurezza sono state date istruzioni chiare e faranno tutto ciò che è necessario”, queste le dure parole di Erdogan pronunciate di fronte ai suoi sostenitori. Nel frattempo, il leader dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu ha consigliato ai cittadini di prestare attenzione agli ″uomini armati con il volto coperto”, avvertendo anche circa il possibile rischio di provocazione alla violenza da parte del governo.

La situazione è ancora più tesa dopo gli ultimi episodi di cronaca che hanno acceso il malcontento nei confronti del governo: solo una settimana fa due giovani sono morti in seguito a scontri con la polizia; mentre risale a due settimane fa la tragedia della miniera di Soma in cui hanno perso la vita 301 minatori.

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