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Trasformazioni suggestive a Sanremo: voglia di libertà d’espressione?

Certamente la libertà d’espressione nella nostra società è sempre stata vista come un diritto da prendere con coraggio e prepotenza e lo vediamo anche in questo periodo dove, attraverso le trasformazioni mostrateci al festival della canzone italiana, osserviamo come la personalità prende vita e si esprime al massimo della sua potenza.

Look stravaganti, trasformazioni fantasiose, costumi particolari. Il palcoscenico dell’Ariston si trasforma in un “ring” di identità poliedriche a contrasto, figure originali che esprimono tutta la loro personalità, tutto questo perché si cerca la propria “collocazione” sociale e portarla avanti con coraggio, fierezza e ribellione.

La ricerca di un personaggio ben definito è una priorità ed è cosa buona e giusta.
Diventare riconoscibile agli occhi del pubblico e agli occhi di sé stessi è la cosa che più conta in una società come quella attuale che cerca e impone sempre più omogeneità e omologazione.

La voce fuori dal coro sembra esser schiacciata e smontata, mentre i giovani della nostra società, soprattutto nell’ultimo decennio, cercano ferocemente di emergere e di esprimersi nel pieno della loro libertà!

Ma tutto ciò, in questa società un pò legata alla generalizzazione è un atto rivoluzionario positivo e negativo?

Opinioni molto diverse che in un certo qual modo dividono e fanno parlare. È così complesso esser se stessi senza destare polemiche?

Un gruppo rivelazione di questo concetto, visibile attualmente al festival di Sanremo sono i “Maneskin” che sicuramente rientrano tra gli artisti in gara più geniali nel look insieme ad Achille Lauro. Personalità fortissime, riconoscibili e originali.

In merito a ciò affermano:“Non bisogna per forza adattarsi ai canoni definiti o porsi dei limiti. Vogliamo dimostrare che anche questo genere esiste e noi giovani non vogliamo essere incasellati in qualcosa che va di moda, vogliamo fare quello che ci piace, ci ha sempre spinto a superare ogni limite, a non fermarci mai”.

Come si piega la società all’accettazione di queste figure social, artisti e giovani di oggi con usi e costumi così diversi e nuovi? Sicuramente c’è ancora tanta contrarietà.
Sarà paura del diverso, del nuovo, quello che sappiamo e che ciò che non è comune ancora tende a spaventarci.

È dunque giusto voler dire chi siamo, ed esserlo orgogliosamente, volerlo fortemente.