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domenica, 4 Giugno 2023

Torre del Greco: nuovi sviluppi sul crack Deiulemar

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Nel 2012 il fallimento della ditta di armatori “Deiulemar” mise in ginocchio l’intera economia di Torre del Greco. Migliaia di persone infatti, avevano investito tutti i lori risparmi nella società, ma ad oggi non hanno ricevuto ancora un centesimo della somma investita.

Il mese scorso sono intervenute anche le telecamere del programma “La Gabbia” dell’emittente televisiva LA7, i quali sono scesi in piazza insieme ai cittadini torresi per parlare del disastro finanziario e della tragica situazione economica in cui si ritrovano centinaia di famiglie. Gli obbligazionisti della Compagnia di Navigazione Deiulemar sono all’incirca tredicimila persone e hanno perso oltre 720 milioni di euro e ad oggi la situazione non è ancora stata sbloccata.

Il prossimo Aprile si terrà l’udienza finale del processo, iniziato più di un anno fa, alla Compagnia di Navigazione di via Tironi. Durante l’ultima udienza avvenuta lo scorso febbraio 2015, tra le vittime di questo scandalo ci sono stati tanti momenti di tensione, attacchi verbali e scontri alle porte del tribunale. I tre proprietari della Deiulemar appartenenti alle famiglie Della Gatta, Iuliano e Lembo, sono accusati di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, raccolta abusiva di risparmio, false comunicazioni sociali e riciclaggio. Nel corso degli anni sono state sequestrati tantissimi immobili in giro per la Campania: un immobile a Capri in via Marina Piccola, un altro a Napoli in via Crispi, e un po di case e negozi a Torre del Greco. Secondo il Gip del tribunale di Roma, gli immobili equivalgono a 40 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta.

Oggi però sembra aprirsi uno spiraglio: i curatori della procedura fallimentare sono riusciti a reperire 8.608.414 euro, soldi già pronti per essere suddivisi tra i vari creditori che hanno fatto ricorso. Potrebbe sembrare una somma considerevole, ma non è così: il credito totale degli investitori è di 860.841.447 euro, circa cento volte la somma recuperata. In poche parole gli oltre 13 mila creditori, dopo anni di battaglie, potranno ricevere solo l’1% della somma investita. Una vera e propria beffa, ma i creditori vedono in questo rinvenimento un punto di partenza, una speranza per futuri sviluppi.

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