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Torna in libertà Bija, uno dei trafficanti di uomini più pericolosi al mondo

Bija, uno de trafficanti di uomini più pericolosi al mondo, è stato scagionato da ogni accusa per “mancanza di prove“.

Abd al-Rahman al-Milad meglio conosciuto come Bija, è stato rilasciato proprio in queste ultime ore dalle autorità libiche e scagionato da tutte le pesanti accuse di crimini contro l’umanità.

Era stato arrestato lo scorso ottobre perché ritenuto “uno dei trafficanti più pericolosi e feroci“, e il suo appellativo risponde ad un curriculum tra i più terrificanti: trafficante di uomini, contrabbandiere, sorvegliante di centri petroliferi; il tutto sempre travestito da rispettabile guardiacoste. 

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva posto delle dure limitazioni nei confronti di Bija proprio per le durissime accuse su cui indagava la Corte penale internazionale dell’Aja, già nel 2018. 

Testimoni in indagini penali raccontano di “essere stati prelevati in mare da uomini armati su una nave della Guardia Costiera chiamata Tallil (quella di Baja appunto) e portati al centro di detenzione di al-Nasr, dove sarebbero stati detenuti in condizioni brutali e sottoposti a terribili torture“.  Inoltre sempre incassando dalle estorsioni a danno dei migranti.

Ma non finiscono qui le colpe del guardiacoste, Bija è sospettato di aver dato l’ordine ai suoi marinai di sparare contro navi umanitarie e motopescherecci, tutto questo dopo aver ampiamente beneficiato del Programma Ue di addestramento nell’ambito delle operazioni navali Eunavfor Med e Operazione Sophia; in cui proprio l’Italia aveva fornito delle navi alla Lybian Coast Guard, ma queste non hanno mai svolto il loro scopo! 

Bija è anche accusato di aver fatto affondare delle imbarcazioni di migranti utilizzando armi da fuoco, incurante della vita umana, incurante del fatto che potevano esserci delle madri con bimbi appena nati a bordo; lui si è dimostrato sempre incurante della vita umana. 

E con lui, anche altri trafficanti come Mohammed Kachlaf, che sempre secondo alcune fonti, gli fornisce protezione per svolgere operazioni illecite. 

Un elemento del genere è stato definito “inoffensivo, ma la verità è che dopo aver messo a disposizione del premier Sarraj la sua milizia, che sta combattendo contro i clan alleati del generale Haftar, era quanto mai ovvio che potesse succedere una cosa simile, in un paese dove la corruzione ha un volto e non teme di mostrarlo. 

Secondo l’Onu, Bija dovrebbe stare in galera, per i crimini commessi contro i migranti; invece è libero, ed ora potrà tornare ancora più in attività di prima. 

Tutto questo accade quando le Nazioni Unite denunciano incessantemente le “disumane” condizioni dei campi di detenzione per migranti e profughi, strutture per le quali la Libia riceve centinaia di milioni di euro dall’Europa, specialmente dall’Italia. Ma chissà per quale motivo non bastano per evitare migliaia di morti per malnutrizione e tubercolosi.