A Cerveteri, città etrusca a pochi chilometri di distanza da Roma, la bellissima Tomba dei Leoni dipinti, con l’estate sarà finalmente visitabile e accessibile a tutti gli appassionati di archeologia. L’ambizioso progetto della Necropoli della Branditaccia, patrimonio dell’umanità per l’Unesco dal 2004, riesce quindi a inserire la splendida tomba all’interno del classico tour etrusco, percorso ormai da copiosi flussi di turisti.

Cerveteri, conosciuta anche come Città dei Morti, è in parte ancora avvolta nel mistero e grazie alla Tomba dei Leoni dipinti riesce a ridonare lustro alla sue bellezze archeologiche; la città, culla della civiltà etrusca per eccellenza, conta ben più di 400 tombe disseminate lungo i 10 ettari della parte del percorso recintato; gli archeologi stimano che al di sotto del piano di calpestio e lungo il tessuto urbano vi siano altre 20mila tombe ancora nascoste, tutte databili tra il IX e il III secolo a.C.; esempi per antonomasia della celebrità dei ritrovamenti sono la Tomba dei rilievi e il Sarcofago degli Sposi. “Pochi lo sanno ma questo è il sito archeologico più esteso al mondo, persino più grande della Valle dei Re in Egitto” dichiara all’ANSA Lorenzo Croci, Assessore al Turismo e allo Sviluppo sostenibile della cittadina alle porte di Roma. L’apertura eccezionale della Tomba dei Leoni dipinti, normalmente preclusa al pubblico, conta di attirare almeno il doppio dei turisti, i quali attualmente si aggirano intorno a 65mila all’anno. La bellissima tomba, posta all’interno del grande tumulo degli Scudi e delle Sedie, ubicato al di fuori del Vecchio Recinto, risale alla seconda metà del VII secolo a.C.; a essa si accede tramite un lungo dròmos (corridoio – ndr) a cielo aperto con lunga e bassa gradinata, fino a due porte arcuate che aprono su due camere laterali e una principale; la camera principale che presenta due pilastri liberi, è divisa in una sala con due letti e una cella sul fondo con una banchina. Nella camera sulla destra invece si trovano un letto, dove venivano distesi i morti dopo la cerimonia funebre, e una klinè con due grandi cesti scavati nel tufo sul fondo dove prendeva vita la splendida pittura che raffigurava un uomo in mezzo a due leoni. Notevole è anche la resa dei soffitti che tenta di imitare la tecnica delle coperture delle case ceretane; si può osservare infatti il columen terminato a disco e gli spioventi con travi e travicelli, mentre invece nella camera sepolcrale attigua si può osservare la bipartizione del soffitto strutturato a raggiera sino alla porta.

Tutta la necropoli della Branditaccia in realtà è stata scavata appena un secolo fa da Raniero Mengarelli, poi nel dopoguerra gli scavi passarono sotto la direzione di Mario Moretti. Cerveteri è un fulcro di tipiche sepolture funerarie con le classiche tombe a dado, simbolo di una società egalitaria perduta nel tempo, ma gli archeologi dichiarano che “là sotto ci sarebbe ancora tanto e tanto da scoprire”. Con il sentiero Lawrence, tanto caro all’omonimo poeta inglese, Cerveteri punta a una forte valorizzazione e tutela di tutti i complessi tombali, sopratutto con il modernissimo potenziamento del sistema di videosorveglianza con ben 80 telecamere e una nuova illuminazione che renderà il percorso visibile anche di notte, collegato dalla città direttamente alla necropoli.