Tim Cahill, un Van Basten tra i canguri

Monaco di Baviera, 25 giugno 1988, Olympiastadion: Marco Van Basten realizza uno dei gol più belli della storia del calcio, con un destro al volo quasi dalla linea di fondo. Porto Alegre, 18 giugno 2014, Estàdio Beira-Rio: lo sconosciuto ai più, Tim Cahill, centrocampista australiano che da qualche anno ha avanzato la sua posizione in campo, realizza un gol che per certi versi ricorda molto la prodezza del campione olandese del passato. Un tiro al volo, in questo caso di sinistro, che fulmina il malcapitato portiere Cillessen, che ha come unica colpa quella di trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato. Entrambi i gol realizzati in una competizione internazionale, entrambi realizzati con conclusioni di rara bellezza. Certo, Van Basten mise a segno la sua meraviglia nella finalissima contro la Russia, mentre Cahill nella seconda partita del girone, ma ciò non toglie che quella messa a segno dal numero 4 australiano entra di diritto tra le prodezze degli ultimi anni e si candida a rete più bella di questi Mondiali.
Cahill tra l’altro è uno che il vizio del gol non l’ha mai perso, nonostante le 34 primavere sulle spalle. È il primatista di realizzazioni in Nazionale, con oltre 30 reti; e anche all’Everton, suo vecchio club prima di andare a svernare in America, ne aveva messe insieme oltre 50. Un bottino non indifferente per uno che nasce centrocampista centrale.
Nato a Sidney da padre inglese e madre samoana, nel 1997 convinse i genitori a trasferirsi in Inghilterra per giocare a calcio a livello professionistico. La fama arriva nel 2004, quando per 1,5 milioni di sterline si trasferisce all’Everton. Nel primo anno con la formazione di Liverpool risulta essere il miglior marcatore e assist man della squadra, contribuendo alla qualificazione in Champions League dell’Everton. Il nome di Cahill inizia a circolare e nel 2006 viene inserito tra i 50 candidati per il Pallone d’oro.
Il suo percorso calcistico si differenzia notevolmente da quello degli altri suoi colleghi. Quasi tutti i calciatori infatti, con il passare degli anni, arretrano sempre più la loro posizione in campo. Per Tim Cahill non è così. Nato centrocampista centrale e all’occorrenza trequartista, con il passare delle stagioni si è avvicinato sempre più alla porta avversaria, fino a ricoprire il ruolo attuale di centravanti nei Red Bulls di New York e nella sua Nazionale appunto. Il suo ruolino di marcia ci dice che mai scelta fu più saggia.
Oggi l’ultima perla, realizzata proprio contro l’Olanda e festeggiata come al solito alla sua maniera: fingendo di prendere a pugni la bandierina del calcio d’angolo. Purtroppo, rispetto al suo più illustre predecessore, la rete risulta essere inutile ai fini del risultato, visto che i Tulipani sono riusciti poi a ribaltare il risultato. E le cattive notizie non finiscono qui, dato che con il secondo cartellino giallo in altrettanti match sarà costretto a saltare l’ultima partita con la Spagna. Ma tutto ciò non toglie la bellezza e la meraviglia di quel gesto tecnico col piede sinistro al 21’ del primo tempo.