La parola teatro deriva da “theàomai”, un verbo greco che significa «guardare, osservare». Il teatro, infatti, è una forma di comunicazione in cui un gruppo di persone, cioè il pubblico, assiste e partecipa emotivamente allo spettacolo creato da un altro gruppo di persone. Nasce dalla trasformazione di cerimonie sacre, durante le quali i sacerdoti rappresentavano episodi dei miti più conosciuti. Il teatro occidentale nasce ad Atene, nell’antica Grecia, intorno alla metà del VI secolo a.C.
Gli spettacoli erano organizzati dalle polis e si svolgevano all’inizio della primavera, durante le feste in onore del dio Dioniso. I cittadini più ricchi volevano assumersi il compito di finanziare ed organizzare gli spettacoli teatrali.
Le rappresentazioni duravano quattro giorni, di solito dall’alba al tramonto, perciò il pubblico si portava da casa cibo e bevande. Nei primi tre giorni venivano rappresentate tre tragedie; il quarto giorno veniva invece messa in scena una commedia, spesso basata sulla satira e sulla presa in giro dei potenti della città.
Nell’antica Roma il teatro non raggiunge mai quei livelli artistici e culturali presenti in quello greco, infatti per i romani il teatro rappresentava un luogo di ritrovo dove divertirsi, sfoggiando il proprio status sociale. La tragedia e la commedia furono presto sostituite da alcune scenette comiche, da mimi e da esercizi acrobatici.
A seguito della caduta dell’impero romano, il teatro conobbe un periodo triste e oscuro, perché la Chiesa, considerava gli spettacoli dei mimi e degli acrobati osceni e indecorosi, quindi li scomunicò e anche gli attori classici, escludendoli dalla comunità cristiana privandoli dei sacramenti.
La predominanza della Chiesa nel Medioevo veniva rappresentato i drammi religiosi di episodi del Vecchio e Nuovo Testamento, dove veniva trattato un soggetto sacro in forma canora, composto in versi latini, collocato in edifici preposti al culto, all’interno di una funzione liturgica o di un rito sacro vissuto dagli spettatori come vero e autentico. Gli spettacoli comici e di saltimbanchi erano rappresentati in piazza e a corte.
L’attore protagonista era il giullare che si esibiva in pubblico. A causa della sua comicità, ironia e sarcasmo, ma anche del fatto che trasformava il proprio corpo fingendo e non avendo fissa dimora, questa figura era costantemente criticata e presa di mira dalla Chiesa.
Il Rinascimento introdusse nuovi concetti nel teatro. Accanto alle commedie più colte ed erudite, incominciò a svilupparsi il teatro di strada, che non aveva un copione scritto. Verso il XVII secolo, a dare lustro e risalto ai personaggi più illustri come Arlecchino, Colombina e Ballanzone, ci pensò il commediografo, scrittore italiano Carlo Goldoni, considerato uno dei padri della commedia moderna che deve parte della sua fama anche alle opere in lingua veneta.