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mercoledì, 27 Settembre 2023

Teatro Bellini: non è culturalmente rilevante

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Alessia Esposito
Alessia Esposito
Collaboratore XXI Secolo.

Ieri mattina al Teatro Bellini di Napoli, è stata indetta una conferenza stampa per testimoniare quanto grande sia l’indignazione dei fratelli Russo, direttori artistici del teatro. Tale indignazione nasce all’incirca una settimana fa, quando il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali ha ritenuto giusto escludere il Bellini dal cosiddetto TRIC, Teatri di Rilevante Interesse Culturale.

Il Teatro Bellini, nato nel lontano 1864, è stato per più di cento anni uno dei teatri di maggior rilevanza artistica della città di Napoli, ospitando grandi artisti e spettacoli di alto livello e spessore. Per questo motivo i figli di Tato Russo, attore e regista nonché proprietario del teatro dal 1986, hanno dichiarato: “Far parte del TRIC non significa per noi ricevere un trofeo da esporre ma semplicemente far parte di una categoria, che almeno sulla carta, sembrava essere adeguata a noi. Vogliamo solo difendere il nostro progetto, premiato e stimato da un’intera città. Non vogliamo essere noi a pagare lo scotto per delle scelte politiche che non ci riguardano. Questa è la strada che noi vogliamo seguire perché non immaginiamo un teatro fatto diversamente. Per questo chiediamo alle istituzioni cosa pensano che il Bellini possa e debba fare. Se non siamo di interesse culturale con un progetto artistico come il nostro, cosa siamo? Abbiamo lottato affinché questo diventasse un luogo di aggregazione e non solo un posto dove vedere uno spettacolo. Abbiamo cercato di far avvicinare i giovani al mondo del teatro, in un periodo dove portare avanti la cultura è sempre più difficile. Dobbiamo continuare il nostro lavoro oppure dobbiamo sederci e lottare politicamente, senza pensare ai risultati che ne deriveranno? Non abbiamo mai dovuto far nulla per accedere al TRIC, perché abbiamo sempre avuto tutti gli elementi validi per farlo senza che nessuno li analizzasse e adesso è paradossale, dopo anni, essere qui a difendere il nostro lavoro. Sicuramente la categoria di Centri di Produzione nella quale vogliono inserirci è ottima, ma non adatta a noi. Non ci aspettavamo una cosa del genere e ci chiediamo il perché di questo spostamento. In ogni caso noi andremo avanti per la nostra strada e non chiediamo nulla in più di quello che ci spetta per portare a compimento i nostri progetti”.

Di conseguenza, è vero che una struttura come quella del Bellini non è culturalmente importante? È giusto essere considerati inadeguati da persone che non sanno quanto lavoro, dedizione e sacrificio ci sia in un mondo come quello del teatro?

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