Stanca delle promesse e delle divisioni politiche che non esistono nel documento unitario, Susanna Camusso, segretaria generale della CGIL dal 3 novembre 2010, lascia la guida con un appello all’unità del più grande Sindacato Italiano, in attesa che giovedì sera il diciottesimo congresso a Bari, esprima il nome del nuovo segretario generale.
La scelta resta tra Maurizio Landini, storico leader della Fiom indicato proprio da Camusso e Vincenzo Colla ex segretario dell’Emilia. Raccolti in queste settimane molti consensi tra gli 868 delegati e forte del sostegno di categorie come i pensionati, ma anche degli edili e chimici. L’incognita resta se si andrà alla conta o a un accordo in extremis che eviti due liste. Nel frattempo la CGIL tutta boccia la politica economica del governo, assente in platea a Bari, nell’occasione la leader ha espresso tutte le sue perplessità ed ha dichiarato: “Partiamo nel giudizio da come la legge di bilancio indebita drammaticamente per 53 miliardi per i prossimi due anni, ma non ha priorità risorse per gli investimenti nel 2019, anzi paralizza quelli in essere e ancor di più questo ci preoccupa di fronte alla diminuzione della produzione industriale, agli avvisi di bankitalia sulla recessione tecnica” critiche condivise dai leader di Cisl e Uil in vista della manifestazione unitaria del 9 febbraio. La lunga relazione della Camusso viene anticipata dal saluto del Presidente della Repubblica. Il lavoro è una priorità per le Italiane, ha aperto il capo dello stato, cui è seguito un minuto poi di silenzio dedicato ai migranti morti nel Mediterraneo. Successivamente il punto sulle scorse ore, ma il clima resta sospeso tra i delegati e sull’esito stesso del congresso, per l’incertezza su futuro, su chi sarà e quali le linee guida della CGIL nei prossimi anni.

