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Studenti in Dad: uno su quattro ha pensato di lasciare gli studi

La Dad, didattica a distanza, una modalità che ha inciso profondamente sulla scuola italiana e sul percorso di moltissimi studenti. A distanza di qualche anno, gli effetti dati dalla frequenza online sono chiari: ansia, noia e scarsa motivazione.

Il lato positivo della questione, a detta di molti ragazzi, sarebbero le valutazioni, più positive del solito, ma neanche questo aspetto riesce a smorzare quel senso di apatia che, inevitabilmente, si associa ad un’esperienza così statica.

Ad indagare ulteriormente sugli effetti della didattica a distanza negli ultimi due anni, è l’indagine “Chiedimi come sto”, che sottolinea le ricadute sul piano emotivo e psicologico sugli studenti della penisola.

Lo scopo dello studio, sostenuto dalla Rete degli studenti, dall’Unione degli Universitari e dal sindacato dei pensionati Spi-Cgil e svolta dall’Ires dell’Emilia-Romagna, è analizzare gli effetti sulla salute mentale degli adolescenti e degli studenti universitari.

DAD, le conseguenze sugli studenti italiani

Per circa tre studenti su quattro l’ostacolo più difficile da affrontare è stata la noia: con il 69% che ha sofferto a causa dell’elevato numero di ore trascorse davanti allo schermo di un computer, il 67,9 ha riscontrato scarsa motivazione, il 58,6 ha sperimentato ansia e il 57% un sentimento di solitudine.

Le sensazioni negative sono preponderanti, nonostante fattori indicati come positivi, come avere più tempo per le verifiche.

L’indagine raccoglie un giudizio sulla DAD, negativo per due studenti su tre. Il dato rilevante è che nonostante questo, solo il 40% dei ragazzi intervistati desidererebbe tornare alla didattica tradizionale, esclusivamente in presenza. Il 55,4% del campione preso in esame, dichiara che preferirebbe svolgere più attività digitali, ed in modo approfondito.

Ragazzi in DAD: le ricadute sul benessere psicologico

Dalla ricerca risulta che la fascia di studenti sulla quale la DAD ha impattato di più, riguarda proprio i più fragili.

Il disagio sperimentato dai ragazzi è stato così intenso da indurli a pensare di abbandonare il percorso scolastico.

Il 26,4%, circa uno studente su quattro del campione preso in esame, ha lasciato gli studi; il 7,2% ci stava riflettendo prima dell’arrivo dell’emergenza sanitaria.

Per di più, il 28% degli studenti, più di uno su quattro, ha sviluppato disturbi alimentari, di cui il 16% dei casi è insorto proprio durante il periodo di isolamento forzato.

Fondi per il sostegno psicologico

Inoltre, il 14,5% degli adolescenti è stato protagonista di atti di autolesionismo, il 10% ha utilizzato droghe e il 12% di alcol.

Per il 2022 sono stati stanziati circa 20 milioni, per le scuole, soldi con i quali i presidi potranno rivolgersi a specialisti che preservino la salute mentale degli studenti.

Cosa succederà andando avanti

Nelle domande conclusive, lo studio cerca di capire quali siano le sensazioni prevalenti per il futuro, dopo questo anno di parziale normalità.

Dalle risposte emerge che gli studenti sperimentano anche un senso di paura notevole: 72,6 si sente così, mentre l’81,6% si dice curioso del futuro.

In ultima analisi, lo studio ha rilevato che gli studenti si sentono eccessivamente giudicati dagli adulti, che li trovano poco responsabili, scarsamente determinati ed eccessivamente spensierati. La gran parte del campione preso in esame, si oppone a questa immagine negativa.