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Stati Uniti: causa antitrust contro Google

L’accusa arriva dagli Stati Uniti: il dipartimento di Giustizia americano ha deciso oggi di presentare una causa antitrust contro Google. La questione riguarda le prassi anti-concorrenziali che Google avrebbe adottato per mantenere una posizione dominante per il suo motore di ricerca su internet e di conseguenza, ad ogni attività pubblicitaria ad esso affine.

Google avrebbe pagato negli anni miliardi di dollari a produttori e operatori browser di smartphone come Safari di Apple, affinché mantenessero Google come motore di ricerca predefinito, diminuendo di conseguenza le possibilità di concorrenza. La causa riguarderà anche l’ormai consolidata abitudine di Google di preinstallare e rendere ineliminabile la sua app di ricerca sui cellulari Android.

La sentenza sul processo in atto potrà richiedere molto tempo, probabilmente anni e in caso di esito favorevole al dipartimento di Giustizia, non è chiaro al momento quali rimedi potranno essere presi per ristabilire l’ordine. Una multa, per quanto potenzialmente salata, potrebbe non essere sufficiente per abbattere il colosso tecnologico che può contare su una liquidità da oltre 120 miliardi di dollari.

Google gestisce circa l’80% delle ricerche su internet effettuate negli Stati Uniti a danno della concorrenza. Così facendo, ne risente l’innovazione e la potenziale convenienza economica delle inserzioni pubblicitarie, sulle quali contano molto le aziende per crescere esponenzialmente, soprattutto nell’era dei social.

La causa, che dovrebbe essere gestita dal tribunale federale di Washington, è l’iniziativa giudiziaria più forte decisa dagli Stati Uniti nei confronti di una grande azienda del settore tecnologico negli ultimi decenni. Si va incontro ad un giro d’affari che coinvolge miliardi di euro, e la società informatica non avrà intenzione di perdere.

Il Dipartimento sosterrà che il colosso di Mountain View avrebbe usato miliardi di dollari, guadagnati attraverso le pubblicità sulla propria piattaforma, per spingere i produttori di smartphone e browser a privilegiare Google come motore di ricerca predefinito.