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domenica, 4 Giugno 2023

Stabat Mater a San Lorenzo Maggiore

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Davide Franciosa
Davide Franciosahttps://www.21secolo.news
27 anni, poliedrico, sensibile, napoletanissimo. E' Compositore video-grafico e operatore di comunicazione sociale. Malato di "teatrite acuta", appassionato di cinema, musica, lettura e scrittura creativa, ha l'Africa nel cuore. Sogna di diventare editore e un teatro tutto suo.

Grande successo per lo Stabat Mater alla basilica di San Lorenzo Maggiore, fra le più antiche chiese nel cuore di Napoli. Il coro polifonico San Lorenzo ha deliziato gli oltre 400 spettatori presenti al concerto in occasione della Domenica delle Palme, incantati dalla composizione sacra di Giovanni Battista Pergolesi, dalla voce recitante dell’attore Gaetano Amato e catturati dalla bellezza suggestiva dell’antico scenario risalente al XIII secolo.

Lo Stabat Mater è una melodia gregoriana strutturata in sequenza. La composizione venne commissionata al Pergolesi nel 1735, a qualche mese dalla morte, dalla laica confraternita napoletana dei Cavalieri della Vergine dei Dolori di San Luigi al Palazzo, per officiare alla liturgia della Settimana Santa. Fu abrogata dal Concilio di Trento e poi reintrodotta successivamente nella liturgia nel 1727 da papa Benedetto XIII. Tuttavia, anche durante il periodo di abrogazione, questo testo ebbe notevole risonanza per le sue caratteristiche innovative nella musica sacra, facendo dell’opera uno dei più importanti esempi della musica italiana del ‘700.

Ad accompagnare il coro polifonico San Lorenzo il quintetto i musici di san Lorenzo: Valerio Tumolillo (1°violino), Gabriele Bernardo (2°violino), Annamaria Sullo (viola), Giovanni Sanarico (violoncello), Luigi Salerno (contrabbasso). Completano la scheda artistica Giuditta Simonetti e Lina Iammarino (soprano), Valentina Dura (mezzo soprano), Massimiliano Sebastiano (tenore), Filomena Scala (soprano e maestro preparatore), Maurizio Baratta (organista), diretti magistralmente dal maestro Paolo Acunzo.

DSC_0326Chiediamo al direttore e concertatore del coro Music Esperance di Nola di illustrarci il programma della serata.

«Questa sera abbiamo eseguito il concerto Stabat Mater di Giovanni Battista Pergolesi per coro, solisti, sestetto, quintetto d’archi più maestro organista. Abbiamo unito il nostro coro ad altri due di Napoli esibendoci sotto il nome di coro di San Lorenzo, che mi sembra una cosa anche dovuta per il posto dove ci esibiamo. Pensiamo e ci auguriamo di continuare questa collaborazione con la chiesa di San Lorenzo.»

Quali sono gli attuali progetti del coro?

«Con il maestro Maurizio Baratta, stasera in veste di organista e coordinatore del progetto Sanità Ensemble, sulle orme dell’orchestra sinfonica Bolívar del Venezuela, del maestro Abreu e del compianto Maestro Abbado, abbiamo trasportato qui in Italia, a Napoli, l’idea di formare un’orchestra con ragazzi a digiuno di musica. Ragazzi normali, di strada. Non cattivi ragazzi, ma che altrimenti non avrebbero avuto l’opportunità di studiare uno strumento. Abbiamo messo su un’orchestra sinfonica che il 31 maggio si esibirà in Vaticano, da Sua Santità Papa Francesco.»

Quali sono gli altri appuntanti della corale?

«Abbiamo dei concerti in tarda primavera–estate alla Reggia di Portici. Suoneremo con l’orchestra della Sanità Ensemble

Che messaggio lancia ai lettori di XXI SECOLO, in particolare ai giovani distanti da questo tipo di musica?

«Stiamo attuando questo progetto proprio per questo. Attraverso la musica possiamo dare un’alternativa valida, però non attraverso le parole, ma attraverso i fatti. Siamo un pool di maestri un po’ come i medici senza frontiere: anziché andare fuori in altre nazioni, che ahimè hanno bisogno, noi operiamo a Napoli. Abbiamo dei quartieri dove realmente scrostare la delinquenza da certe abitudini, da certe meccanismi, è veramente difficile. E allora noi che possiamo fare? Non siamo militari, non siamo magistrati, non siamo medici. Siamo musicisti. Attraverso la musica cerchiamo di mettere il germe della legalità in ogni ragazzo, cosicché crescendo si rende conto che studiando uno strumento può diventare un professionista, comprarsi una bella macchina, la casa, si può sposare e avere una famiglia non solo facendo il delinquente, il pusher o il camorrista. Vivendo legalmente. La musica è un mezzo, una goccia che scava la pietra.»

Chiediamo al maestro Maurizio Baratta, coordinatore e direttore artistico dell’orchestra Sanità Ensemble di illustrarci il progetto di recupero sociale. 

«Lavoriamo con giovani a rischio. Il Rione Sanità è un quartiere che in 2kmq contiene 36mila abitanti, ed un’assenza quasi assoluta delle istituzioni. Questi ragazzi spesso sono abbandonati a se stessi. Con il nostro progetto li abbiamo allontanati dal rischio di devianza, o addirittura della delinquenza. Addirittura li aiutiamo a evitare l’abbandono scolastico, avvicinandoli alla musica in maniera sana attraverso questa nuova didattica orchestrale che viene dal lontano Venezuela. Siamo ormai quasi al sesto anno, allontanando dalla strada e avvicinando alla musica 45 ragazzi che frequentano con serietà e produttività i nostri corsi e di conseguenza anche le famiglie, molte delle quali sono spesso ai margini di situazioni poco chiare, ed ora ben felici di quello che i ragazzi fanno seguendoci in questo bel percorso. I ragazzi sono diventati oltre che dei bravi musicisti anche delle brave persone, che sanno rispettare i compagni attraverso questa dinamica orchestrale che li abitua ad ascoltare il proprio compagno, a essere anche al suo servizio. Delle metafore e dei messaggi che sono ben diversi da quelli che la strada potrebbe offrire loro.»

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