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martedì, 30 Maggio 2023

Lo squalo della Groenlandia è il più contaminato al mondo

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Emanuela Iovine
Emanuela Iovinehttps://www.21secolo.news
Ambiziosa, testarda e determinata. Napoletana ma residente a Gallarate. Ho conseguito la Laurea Magistrale in Filologia Moderna presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II", presentando una tesi dal titolo: "Tendenze Linguistiche del Giornalismo dalla carta al web". Iscritta dal Novembre 2016 all'Ordine dei Giornalisti Pubblicisti della Campania. Diplomata nel Giugno 2013 in danza classica e moderna e attualmente docente di lettere.

Un recente studio condotto dalla Norwegian University of Science and Technology e dalla Windsor University canadese, ha dimostrato che lo “Somniosus Microcephalus“,  lo squalo delle Isole Svaldbard della fredda Groenlandia, sarebbe l’animale più contaminato al mondo. Primato che supererebbe addirittura quello dell’orso polare, noto per i suoi alti livelli di policlorobifenili presenti nell’organismo. La specie di squalo che vive nelle fredde acque della Groenlandia è la più grande, insieme a quella dello squalo bianco, con i suoi 7 metri di lunghezza e una tonnellata di peso, e vive nelle profondità marine tra i 200 e i 600 metri sotto la superficie del mare. Può arrivare fino a 100 anni di vita ed è anche conosciuto come lo squalo grigio. È stato inoltre dimostrata la sua longevità e proprio questo fattore sarebbe la causa primaria della sua contaminazione. Le sue carni sono infatti tossiche, ma se ben lavorate possono diventare anche un piatto prelibato.

La ricerca è stata condotta su 43 esemplari che abitano il Mar Glaciale Artico ed è stata scoperta la presenza di un’enorme quantità di sostanze tossiche nel fegato, sopratutto PCB (policlorobifenile), derivante da composti organici usati in passato come isolanti per vernici e non più utilizzati oggi proprio per il grado di tossicità. Essendo gli squali predatori che si nutrono di altri animali come foche, altrettanto contaminate, è facile che si contaminino a loro volta.

Lo stesso studio avrebbe infine dimostrato che l’elevata contaminazione presente nel corpo degli squali porterebbe a una diminuzione dei livelli di vitamina A nel loro fegato, con la conseguenza di un aumento della vitamina E antiossidante che funge da meccanismo di difesa, e che l’animale estrae proprio dal fegato per poi metterlo in circolazione nel sangue.

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