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Beppe Bruscolotti: il nostro capitano.

Oggi si porta dietro i suoi occhi tranquilli di un sessantettenne di successo, che gira per i salotti delle televisioni locali napoletane, tra gli “opinion leader” più disparati, dispensando le sue idee senza fronzoli proprio come è nel suo carattere e nel suo vecchio modo di stare in campo.

A quei tempi i suoi occhi erano ben diversi e quando lo vedevi entrare sul prato verde ti davano l’immagine di un satanasso a caccia di prede da piedi furbi e caviglie delicate che non si aspettavano altro che di questi trattamenti, perché quello era un calcio di altri tempi. Lui per il resto non sembra essere cambiato tanto e si permette addirittura di dire quello che pensa quando gli chiedono: “ma sei contento che Hamsik supera il tuo record di presenze assolute nel Napoli?” “certo che no” risponde sinceramente l’ex capitano, fregandosene del politicamente corretto, che la quasi totalità degli interessati avrebbero adottato nell’occasione, aggiungendo crocette al loro povero fegato. In una società nella quale sono obbligatorie le frasi preconfezionate e dove il preconfezionato lo si vuole far invadere anche i nostri pensieri, si preferisce l’onestà di Beppe Bruscolotti che potrà spiazzare qualche orecchio eccessivamente delicato, ma possiede la freschezza e la bontà delle cose vere. Perché se le nostre verità non offendono gratuitamente nessuno, gli altri devono accettarle, proprio come ha fatto a modo suo il diretto interessato, Hamsik, mostrando ancora una volta intelligenza e sensibilità, regalando all’ormai ex detentore del record una maglia autografata delle 511 presenze. In questo modo lo slovacco dimostra che è degno di questa impresa e lo fa non solo giocando a testa alta e difendendo l’azzurro in campo; lo dimostra quando aiuta sempre i compagni di squadra, quando non protesta mai nei momenti dei cambi, anche inopportuni, quando ci mette sempre la faccia nei momenti belli e brutti, quando si cala nella realtà della città che lo ha accolto amorevolmente e ricambia attivandosi nel sociale e perché no, rifiutando la chiamata della Juventus, dopo che questa aveva chiuso l’affare con la sua società di appartenenza. Insomma, un degno erede che Bruscolotti apprezza e apprezzerà sempre di più, perché lui sa cosa vuol dire indossare la maglia azzurra e i tifosi meno giovani se lo ricordano bene; ricordano bene il sudore che ha speso in giro per l’Italia e l’Europa con la maglietta numero due sulle spalle, che è diventata la sua seconda pelle, ricordano con quanto orgoglio ha portato la fascia di capitano e di come, trattandola come una reliquia, l’ha deposta ai piedi d’oro del Pibe. Ricordano con quanto orgoglio ha difeso Napoli in campo e fuori meritandosi l’appellativo di “palo e fierro”, un ferro inossidabile che non conoscerà mai ruggine perché per loro sì che sarà per sempre “il Capitano”.