Altra cattiva notizia per i conti dello stato Stato, sempre più drammatici e più difficilmente colmabili. Questa volta, le cattive notizie provengono dal settore medico. Ben 159.000 medici italiani, che hanno frequentato la scuola di specializzazione, dal 1978 al 2006, hanno diritto a vedersi liquidare le borse di studio che non hanno percepito durante il percorso di specializzazione, in quanto, per circa ventotto anni gli specializzandi hanno prima prestato lavoro gratuitamente e poi, le ultime quindici stagioni, hanno percepito una borsa di studio priva di contributi previdenziali.
Nonostante la Direttiva Comunitaria del 1982 (82-76 CEE) avesse previsto che i medici che frequentavano un corso di specializzazione avrebbero dovuto ricevere un’adeguata remunerazione, lo Stato italiano ha recepito, parzialmente, tale Direttiva solo nel 1991, con il D.Lgs. dell’8 agosto 1991, n.257, prevedendo, per gli specializzandi iscritti a partire dall’anno accademico 919/92, la liquidazione di un importo pari ad Euro 11.103 per ogni anno di specializzazione. Ma nulla è stato riconosciuto in favore dei medici immatricolatisi alla specializzazione negli anni accademici successivi al 1° gennaio 1983 o a coloro che, a quella data, stavano già frequentando i corsi da alcuni anni. In seguito al mancato recepimento delle successive direttive comunitarie, tra le quali la Direttiva 93/16/CEE, i medici che hanno frequentato un corso di specializzazione prima del 2006 hanno ingiustamente percepito soltanto una borsa di studio di appena 11.000,00 euro annui lordi, senza alcun diritto a maternità e malattie, con il divieto di svolgere ogni altro lavoro.
Quindi, lo Stato, a causa della mancata e corretta attuazione delle direttive comunitarie, non ha riconosciuto ai medici la differenza retributiva per tutti gli anni di specializzazione, la rivalutazione e gli interessi nonchè il versamento degli oneri contributivi.
Ad oggi, dunque, le sentenze dei tribunali civili hanno sottratto allo Stato e ridato agli ex specializzandi circa 470 milioni di euro. E’ la voce di bilancio (negativa) più grande in carico a Palazzo Chigi, lo ha ammesso anche lo stesso Matteo Renzi in risposta ai Cinque Stelle in question time, ricorrendo ai soliti proclami sensazionalistici ma privi di fondamento: “I rimborsi dovuti agli specializzandi di Medicina hanno ampiamente vanificato i risparmi ottenuti con il taglio delle auto blu”, tagli che, tra l’altro, non sono mai avvenuti. In definitiva, una previsione a medio termine certifica in 5 miliardi gli euro da sottrarre alle casse pubbliche per risarcire i medici in attesa di giustizia.
Le sentenze arrivano sempre più velocemente e su questo punto, ormai, la giurisprudenza è consolidata. In Parlamento giacciono tre disegni di legge che, attraverso una transazione, farebbero risparmiare allo Stato ben due miliardi evitando spese legali ed accelerando i tempi. Ma il Governo, a quanto pare, preferisce liquidare le cifre solo dopo le sentenze.