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Speaker Cenzou si racconta al 21Secolo

Quando parliamo di Speaker Cenzou, al secolo Vincenzo Artigiano, siamo dinanzi ad un titano della musica rap ed hip hop non solo partenopea, ma italiana, che da vent’anni costituisce, insieme a nomi quali Sangue Misto, La Famiglia e 99 Posse, -in questi ultimi due in cui ha anche partecipato, un mero pioniere dell’hip hop nostrano.

Partito con un album diventato ormai leggenda per gli estimatori dell’ hip hop old school come “Il Cattivo Bambino”, Cenzou, ad oggi vanta non solo un palmares di tutto rispetto di partecipazioni e collaborazioni con coloro che costituiscono i nuovi nomi dell’ hip hop italiano, come Ntò dei Cosang, ma anche con Clementino e Rocco Hunt, oltre ad essere tra i fondatori del collettivo partenopeo Sangue Mostro nato nel 2006 ed in seguito aggregandosi 2012 al tour dei 99 Posse, partecipando al Cattivi Uagliuni tour fino al 2015.

Ad oggi, dopo aver pubblicato un’autobiografia, in cui ricostruisce le tappe e le vicende che hanno toccato, non solo artisticamente la sua vita, che cerca di esprimere sempre su un beat e nelle rime, con l’album BC Director’S Cout, non siamo dianzi ad un semplice remix, ma una ricreazione di un progetto artistico che si è evoluto nell’arco di quattro lustri, guardando al passato con l’occhio del futuro.

 

<<Cenzou, innanzitutto volevamo chiederle, cosa, a vent’anni dall’uscita del “Cattivo Bambino”, l’ha portata a riprodurre in chiave totalmente inedita?>>

<<Da due esigenze fondamentalmente. La prima è proprio la celebrazione del ventennale dell’album. La seconda è proprio la pressante richiesta delle persone che incontravo ai live di eseguire queste canzoni, che io per un certo periodo in poi, ho deciso di eliminare totalmente dalla scaletta. Proprio perché sentivo che non rappresentavano più la persona che io ero diventato. Da qui, è stato il passaggio successivo, col pensare ed ideare in maniera, diciamo, una sorta di aggiornamento di questo disco. Volevo assolutamente evitare la formula “stesso beat-stessa strofa-stesso featuring, quindi ci ho pensato molto, anche perché “Il Bambino Cattivo del 96’è una sorta di disco culto, vuoi o non vuoi, per la scena rap italiana. Quindi, riaprire una cosa del genere, necessitava di un solido motivo valido. E per me, questo motivo valido, si è tradotto nel mantenere le metriche originali, ma, cambiando tutte le liriche, fare lo stesso lavoro anche con le strumentali, nel senso di chiamare una serie di producer e illustrare la cosa in tal modo:- vorrei mantenere le liriche originali, ma cambiando l’arrangiamento, facendolo con un nuovo gusto-. Da qui, nel corso del tempo si è sviluppato in maniera abbastanza armonica. Come infatti si può vedere dalla quantità di ospiti che ci sono sul disco, l’organizzare tutto questo ambaradan, ed incastrarlo con le disponibilità e gli impegni di tutti quanti, non è stata una cosa semplice. Sono contento perché mai, credevo che sarei riuscito in un’opera così ambiziosa, come il risultato finale.>>

<<Infatti, abbiamo notato, di aver visti non solo attuali protagonisti della scena rap, ma anche nomi totalmente esterni , come Ida Rendano e soprattutto i Mama Marjas.>>

<<I Mama Marjas è un personaggio abbastanza trasversale, che sta bene nell’hip hop, nel reggae, anche come cantante di musica classica; attualmente sono addirittura al Teatro Bellini, insieme a Simona Bo per fare uno spettacolo teatrale, in cui cantano e non solo. Nel suo caso specifico, non lo vedo un accostamento così distante da quello che potrebbe essere un target di un disco del genere, come il BC 20. Per il resto degli artisti che hanno preso parte al disco, come Ida Rendano, Dario Sansone dei Foja e Francesco Paura non solo, sono tutte persone con le quali ho sempre avuto un feeeling sia umano che artistico, con i quali ci eravamo ripromessi di fare una collaborazione laddove ci fosse stato un contesto che richiedeva qualcosa del genere. Per dirti, con Ida Rendano già abbiamo fatto una cosa nel primo album dei Sangue Mostro, ed è stato uno dei pezzi che più ha stupito tutti proprio per la commistione di rap e di un certo tipo di musica napoletana e sapevo già che l’apporto di Ida Rendano sarebbe stato un non plus ultra sulla valorizzazione. Ho cercato di immaginare e contestualizzare tutte le guest per i featuring in maniera di valorizzarne l’apporto e credi che siamo riusciti. >>

<<Riguardo al videoclip di “Siamo a Casa”, secondo estratto del disco, come è nato questo mix perfetto tra fantascienza e mito?>>

<<La cosa è nata perché stavano facendo al Mann, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, una mostra su Star Wars, che per l’appunto andava dagli eroi dell’ antica mitologia classica, fino alle astronavi. Io, essendo un superfan di Star Wars, pensavo che sarebbe stato un contesto adatto per girare questo video. Allora, ho chiamato il Mann, che si sono mostrati davvero persone squisite e disponibilissime per fare questa cosa e soprattutto l’impresa era già stata portata proprio sul grande schermo da George Lucas nell’episodio I di Guerre Stellari, dove lui ha alternato questo incrocio tra mitologia e fantascienza, infatti è anche una scelta stilistica in questa maniera, facendo numerosissime riprese all’interno della Reggia di Caserta, alternandole nel film alle astronavi ed agli scenari spaziali.>>

<<Molti la considerano una delle colonne portanti e del pionerismo dell’Hip Hop, e non solo a Napoli, lei invece, come sente questa percezione?>>

<<Vuoi o non vuoi, “Il Bambino Cattivo” del 1996 è il primo disco di rap uscito da Napoli, quindi, comunque tutte le persone che sono venute dopo, diciamo, devono fare i conti con questa cosa. E per questo motivo, per dei versi, è giusto che sia così. Perché chi ha mosso il primo passo in una direzione e continua, tutt’oggi, a portare il suo percorso e la sua sperimentazione sempre più avanti, è importante  che abbia questo tipo di riconoscimento, è legittimo. Lo stesso Clementino, in quasi tutte le sue interviste che ho visto e letto, mi cita come suo maestro. Per me, è una cosa che mi lusinga, non lo vivo come un peso, ma come uno stimolo, che figurativamente, nel cercare. Semmai mi si può definire come chi in un momento buio ha acceso la luce e aperto una strada. Sento, comunque però la responsabilità di esprimermi sempre al meglio e cercare di portare questa strada ad approfondirla ed a portarla sempre più a fondo ed oltre; lo vivo bene proprio perché è un tipo di sfida che mi motiva e stimola.>>

<<Quindi, potrà secondo lei, a parlare come classico, alle nuove generazione, anche in prospettiva del remake dell’album, con BC20?>>

<<Credo di sì, finché le nuove generazioni saranno sensibili a questo tipo di proposta, a meno che non saranno tutti rincoglioniti da quello che è un certo tipo ed una certa attitudine di fare musica di questa Era. La problematica non è tanto mia, perché questa cosa che faccio, il fare musica, è un qualcosa che faccio per necessità di esprimermi “Io” artisticamente, se dall’altro lato trovo delle persone recettive, ci sarà un dialogo, in questo senso tra qualcuno che ascolta e qualcuno che parla. Però onestamente è una problematica che a me non tange, perché io, di mio, continuerò sempre fino a che avrò la forza e la voglia per continuare a farlo>>

<<Avete organizzato un tour promozionale per BC20?>>

<<Con buona probabilità ci sarà qualche anticipazione del tour, con una o due date, agli inizi di dicembre, ma al momento non posso darti informazioni dettagliate perché sono in fase di costruzione e poi, con buona probabilità, dall’inizio dell’anno nuovo ci sarà un vero e proprio tour>>.

<<Dato che lei è uno dei padrini del rap nostrano, cosa ne pensa della Trap-Music, ad esempio, Vale Lambo, Geolier ed altri nomi che stanno avendo tanto successo anche commerciale?>>

<<Ma io sono contento, quando le cose si muovono e i ragazzi fanno uscire delle cose, auguro del bene a tante persone. Non sono uno che dice che per principio preso una tale cosa fa schifo, ed è merda. Però mi sento in dover fare un distinguo molto importante: se prendi il rap e prendi questa roba, sono due tipi di cosa molto diverse e distinguerle, sono due sport molto diversi. E’ importante. E’ come se io giocassi a pallone e non posso sentirmi male se uno fa delle belle cose nel suo sport, come il basket. Anzi, io sono uno per lo sport ed è bello quando qualcuno fa qualcosa di sportivo bello; però è importante dire che non è lo stesso sport, e non è la stessa cosa.  >>

<< C’è qualche rapper che vede più vicino alla sua idea ed al suo genere di far hip-hop oggi?>>

<<Anche, PeppOh; Oyoshe, ma ce ne sono un sacco. A Napoli certamente loro, ma aggiungo anche Clementino, sicuramente anche Ghemon, E-Green. Gran parte delle persone che sono sul disco, come Ensi, Kiave, Nto’, sono tutte le persone che nel corso del tempo ho trovato una grande affinità artistica ed umana, e con queste persone tra l’altro sono anche i ragazzi cresciuti ascoltando “Il Bambino Cattivo”, quindi per dei versi, sono i “Nuovi Bambini Cattivi”. E cito anche Danno anche se Quindi gran parte di questi e che trovi in BC20, sono la generazione successiva al disco del 96′. Il parco ospite di BC20 sono in linea di massima gran parte delle persone che considero vicini al mio modo di fare le cose. >>

<<In prospettiva futura, ha anche altri progetti?>>

<<Sì. Stiamo chiudendo l’album di PeppOh, il secondo di cui ho curato tutta la produzione artistica, ho fatto tutti i beat, anche perché sono anche producer, facendo molte produzioni anche per gli altri, strumentali, mentre abbiamo in progetto di tirare altri due video dal disco BC20 di cui non posso ancora dirvi i titoli. Poi, sto lavorando parallelamente ad un altro paio di progetti, che non so bene quando vedranno la luce e quindi preferisco non sbilanciarmi sul far annunci rispetto a queste cose, ma sono sempre stato un’artista molto prolifico ed incline alle collaborazioni, faccio sempre di fare tante cose e di portare la luce avanti, verso nuove direzioni. Mi piacerebbe di arrivare anche a fare qualcosa anche a livello visivo, qualcosa anche nel cinema, ad esempio mi piacerebbe fare>>.

<<C’e un rapper con cui vorrebbe collaborare attualmente, anche straniero?>>

<< Sì. KKS-One, sicuramente.>>

<<Un rapper italiano, invece?>>

<<Guarda, attualmente, credo di aver collaborato, penso, con tutti gli artisti di cui avevo stima e di cui sentivo la forte voglia di confrontarmici. Ci dovrei pensare un attimo, ma credo di star bene-banco, al momento. Poi, se in un futuro, verrà fuori qualcun altro di cui sento un’attitudine in comune, cercherò di fare delle collaborazioni. Ma, a me, personalmente, funzione che conosco la persona, stiamo insieme, parliamo quattro-cinque ore, scatta il fatto artistico, e poi andiamo in studio e lavoriamo. Non è per me, come solitamente fanno in quest’Era che scrivono su Istagram e propongono. Sono un po’ vintag da questo punto di vista. Devo aver un feelling anche umano e poi magari anche artistico. Mi piacerebbe sicuramente lavorare con qualche band e anche con qualche producer con cui non ho ancora avuto il piacere di lavorare, sicuramente, proprio perché credo che dall’incontro artistico di realtà artistiche abbastanza diverse dalle mie, possano uscire delle sperimentazioni nuove, differenti .>>

 

Speaker Cenzou con Danno e Paura.
Speaker Cenzou con Danno e Paura.
Domenico Papaccio
Domenico Papaccio
Laureato in lettere moderne presso l'Università degli studi di Napoli Federico II, parlante spagnolo e cultore di storia e arte. "Il giornalismo è il nostro oggi."