Ancora spazzatura sotto il cielo azzurro di Napoli. Cumuli di immondizia adagiati comodamente sui marciapiedi del centro Storico della città; ormai questa non sembra neppure più una notizia: è la normalità dei fatti a cui i napoletani sembrano rassegnarsi. Solo alcuni ancora combattono, si arrabbiano e non indugiano a fare segnalazioni sulla negligenza della nettezza urbana napoletana.
Non si tratta solo della periferia abbandonata a se stessa, o del famoso quartiere di Secondigliano che quotidianamente combatte contro l’inoperosità dei netturbini e la trascuratezza dell’Asia Napoli; questa volta la spazzatura, sotto al sole estivo e sotto agli occhi di tutti, marcisce anche per le vie più belle del centro storico di Napoli. L’immondizia spunta come fiori lungo il corso Umberto, in via Tribunali, via Monteoliveto, piazza Matteotti a pochissimi metri da Palazzo San Giacomo, in piazza Municipio. Lungo la scalinata di piazza Matteotti imperversa l’incuria e la spazzatura giace abbandonata sui cigli dei marciapiedi, mancando di rispetto ai diritti dei cittadini e alla storia monumentale della piazza; ubicata nel pieno centro storico della città, tra piazza Carità e via Medina, piazza Matteotti, realizzata negli anni ’30 del XX secolo, è circondata interamente da edifici d’architettura razionalista d’epoca fascista: Il Palazzo delle Poste Italiane, il Palazzo della Questura Centrale, quello della Provincia, Palazzo Troise e la Casa del Mutilato. Il piano urbanistico della piazza si articola in uno spazio aperto da cui si diramano le principali arterie della città come via Cesare Battisti, via Guantai Nuovi, via Armando Diaz e la storica scalinata che porta in via Monteoliveto. Ed è proprio la scalinata il teatro dove ogni mattina, da svariati mesi, entra in scena la spazzatura. I robivecchi della città alle 7 in punto si recano alla storica scalinata di piazza Matteotti e prima di poter esporre la loro merce su lenzuola o su bancarelle lignee, sono costretti a spazzare e a ripulire tutta la scalinata. Spazzatura, rifiuti organici, materassi, sedie rotte, plastica, vetro e tanto altro ancora vengono raccolti dai robivecchi che, per guadagnarsi la giornata di lavoro, sono costretti a fare un lavoro che non spetterebbe a loro ma bensì ai netturbini, fantasmi nella città. La sera le bancarelle vengono sbaraccate e la mattina dopo si ricomincia con la stessa procedura, quasi come se durante la notte, qualcuno facesse rifiorire magicamente tutta la spazzatura.

«E’ incredibile» dichiara un signore dai capelli bianchi che vende stampe e libri antichi sulla scalinata «siamo in pieno centro storico, a pochi metri da Palazzo San Giacomo e la situazione è terribile. Il Sindaco quando crede di prendere provvedimenti? Che figura ci facciamo con i turisti?» domanda arrabbiato. Un altro signore che vende lampade, dischi, cartoline in bianco e nero, soprammobili e merce di ogni tipo, afferma che loro hanno «più volte segnalato all’Asia il degrado della zona ma nessuno fa niente poi. Una volta addirittura ho visto degli spazzini che ripulivano la piazza e nascondevano la spazzatura dei marciapiedi sotto alle macchine parcheggiate; proprio così: ammucchiavano a’ munnezz sotto le auto. Noi paghiamo le tasse: perché ci prendono in giro così? Da denuncia!» ci confida indignato. Napoli si trova quindi ad affrontare ancora l’annoso e interminabile problema della spazzatura e della negligenza amministrativa da parte delle istituzioni che dovrebbero tutelare e rispettare i diritti del cittadino. La pulizia delle strade è un obbligo sancito dall’art. 28 dell’allegato F della legge del 20 marzo 1865 n.2248 che prevede “la conservazione in istato normale delle strade provinciali e comunali”. Se le normative territoriali impongono obblighi di manutenzione, pulizia e sicurezza delle strade e delle aree calpestabili cittadine, perché Napoli ne resta fuori?