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Socialità accantonata ai tempi del Coronavirus

Una delle misure adottate per contenere la diffusione del Covid-19 è limitare i rapporti interpersonali ed evitare gli assembramenti. Nel periodo del lockdown, quando il virus era più potente ed era caratterizzato da una carica virale maggiore, la socialità è stata completamente accantonata, misura assolutamente necessaria in quel momento.

Questo aspetto rappresenta una criticità nei bambini, per i quali la socialità assume un ruolo significativo.

I bambini, nei primi anni di vita, vivono e si relazionano con il proprio contesto familiare, composto sostanzialmente da persone adulte. Nel momento in cui il pargolo comincia la scuola, inizia la fase di socializzazione secondaria, ossia le relazioni con i propri coetanei. In questa fase il piccolo comincia a costruire la propria personalità. Inoltre, mette in discussione il proprio rapporto con gli adulti e tutte quelle regole che fino a quel momento gli erano state “imposte”.

Da evitare il fatto di sostituire gli amici con videogiochi o dispositivi elettronici. Infatti, se questa sorta di “chiusura” si prolunga, può comportare dei disturbi relazionali nel bambino.

Chiaramente la non socialità scaturisce effetti negativi non solo per i bambini, ma anche per i ragazzi più grandi che hanno un carattere più timido ed introverso. Questo perché il fatto di non poter comunicare e aprirsi verso il prossimo, non fa altro che accentuare l’atteggiamento di chiusura in sé stesso.

Come disse Aristotele: “L’uomo è per sua natura un animale sociale”. Infatti privare l’uomo della socialità (quindi la sua essenza), probabilmente rappresenta la sfida più difficile in tempi di Coronavirus. Socializzare è l’attività alla base di tutto, che contribuisce alla nostra crescita e formazione.

La speranza è che si possa tornare quanto prima alla normalità. Inevitabilmente questo virus (fino a qualche mese fa sconosciuto) ha cambiato le nostre abitudini e il nostro modo di vivere.

Rispettare le regole è la condicio sine qua non per superare questa pandemia. D’altro canto però, l’uomo ha delle priorità alle quali non può rinunciare, o comunque non può farlo per un lungo periodo.