L’installazione della Sirena Digitale è esposta al Museo Archeologico di Napoli ed è un progetto promosso dal Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e dall’ICAR CNR, in collaborazione con l’ABANA di Napoli, il Centro di produzione RAI di Napoli, nell’ambito del Progetto Remiam e il Distretto ad Alta Tecnologia per i Beni Culturali, finanziato dalla Regione Campania.
Sirena Digitale valorizza ed incentiva il patrimonio culturale, artistico e musicale napoletano. È un prototipo digitale di un’artista interattivo che, sotto forma di ologramma, interpreta il repertorio della canzone napoletana in Italiano, cinese e inglese.
Il canto della Sirena Parthenope riecheggia, come ai tempi di Ulisse, tra le onde del mare che bagna Napoli, tra suoni e visioni, tradizione e innovazione, attraversando gli oceani, navigando nel web. Dalle origini della musica del Mediterraneo e dalla Sirena Partenope, alla Sirena digitale: il potere di Napoli continua tra tradizione e futuro.
Francesca Fariello e Lello Savonardo nel video film documentario “Sirena Digitale” in uscita prossimamente. Scritto da Lello Savonardo, Luigi Gallo e Francesca Fariello con la regia di Andrea De Rosa Upside Production spiegano la nascita del progetto.
Il passato e la storia della musica napoletana si proiettano, nel futuro, con un progetto che, è in grado di creare meraviglia. Anche un’interessante sperimentazione nel campo della fruizione dei beni artistici e culturali, perché, usando una piccola piramide di plastica e uno smartphone è possibile ricreare l’immagine olografica.
L’app offre la possibilità di vedere la sirena cantare canzoni come Malafemmena e Reginella interpretate dalla ricercatrice e artista , in versione classica e in versioni pop-rock, in lingua inglese, cinese e napoletana. Non solo una canzone da ascoltare, o un concerto digitale, ma un’esperienza cognitiva ed esperenziale che emoziona in cui “la tecnologia diventa uno strumento, pervasivo ma discreto, della restituzione fisica di un’emozione”.
Sirena digitale, “è un significativo passo in avanti nell’ambito della fruizione dei beni artistici e culturali ed apre moltissime strade all’utilizzo di questa tecnologia nel campo dell’industria culturale, musicale e turistica”.
Ma le possibilità un progettoo del genere non sono ben più ampie: Lello Savonardo, coordinatore scientifico del progetto per il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli.
“Sarà possibile allestire performance olografiche nei teatri, nei parchi archeologici, durante i concerti, o ancora negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie o marittime, si tratta, inoltre, di un’esperienza emozionate e coinvolgente disponibile in qualsiasi momento e luogo a portata di smartphone”.
È proprio la tridimensionalità della sirena a rendere singolare l’esperienza; l’ologramma permette un livello di coinvolgimento decisamente superiore, soprattutto perché il processo di fruizione non è passivo, ma l’utente diventa parte attiva e può realmente interagire con la Sirena grazie anche all’utilizzo degli ultrasuoni che aggiungono una percezione tattile all’interfaccia. L’utente ha l’impressione di toccare l’acqua che circonda la Sirena.