Sirena digitale, “è un significativo passo in avanti nell’ambito della fruizione dei beni artistici e culturali ed apre moltissime strade all’utilizzo di questa tecnologia nel campo dell’industria culturale, musicale e turistica”.

Ma le possibilità un progettoo del genere non sono ben più ampie: Lello Savonardo, coordinatore scientifico del progetto per il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II di Napoli.

“Sarà possibile allestire performance olografiche nei teatri, nei parchi archeologici, durante i concerti, o ancora negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie o marittime, si tratta, inoltre, di un’esperienza emozionate e coinvolgente disponibile in qualsiasi momento e luogo a portata di smartphone”.

È proprio la tridimensionalità della sirena a rendere singolare l’esperienza; l’ologramma permette un livello di coinvolgimento decisamente superiore, soprattutto perché il processo di fruizione non è passivo, ma l’utente diventa parte attiva e può realmente interagire con la Sirena grazie anche all’utilizzo degli ultrasuoni che aggiungono una percezione tattile all’interfaccia. L’utente ha l’impressione di toccare l’acqua che circonda la Sirena.