Sale a quota 900 il numero di morti palestinesi nella Striscia di Gaza, dove le ultime vittime risalgono all’alba: 8 palestinesi, inclusi 4 bambini, sono rimasti uccisi da un raid israeliano a Khan Younes, a sud della Striscia, che ha ferito altre 20 persone. L’attacco è avvenuto poco prima della tregua a Gaza concessa tra Israele e Hamas per 12 ore, a partire dalle 7.00 ora locale (le 6.00 ora italiana – ndr). Da parte israeliana il numero delle vittime è di 37 morti, in seguito agli attacchi aerei sull’aeroporto Ben Gurion, dopo la ripresa dei voli americani ed europei da e per Tel Aviv.
L’iniziale proposta del segretario americano John Kerry del “cessate il fuoco” per 7 giorni era stata respinta da Israele, ferma sull’idea di voler rintracciare tutti i tunnel sotterranei palestinesi, ma non da Hamas, disposta a fermare gli attacchi bellicosi. L’idea di Jerry era quella di iniziare la tregua nel fine settimana, in concomitanza con la fine del Ramadan musulmano. A Parigi, questa mattina alle ore 11.00 si incontreranno lo stesso Kerry e alcuni ministri degli esteri francesi, tedeschi, britannici e l’italiana Federica Mogherini, per cercare una soluzione alle parole di Ban Ki-moon “I palestinesi hanno sanguinato abbastanza”. Intanto il presidente palestinese, Abu Mazen, continua a chiedere aiuti al resto del mondo, con richieste di donazioni di sangue; mentre l’Organizzazione mondiale della Sanità ha reclamato l’avviamento di un corridoio umanitario a Gaza per permettere il passaggio dei feriti d’emergenza, di cibo, acqua e distribuzione di medicinali.
La ripercussioni della Striscia sono arrivate anche in Iran dove ieri, in occasione della fine del periodo di Ramadan, le manifestazioni annuali non hanno mancato di esibire striscioni poco pacifisti: “Morte a Israele” e “Morte all’America” erano le scritte più ‘quotate’, ricordando e ammonendo la coesione strategica e politica tra i due stati. Anche in Cisgiordania non sono mancati i riecheggiamenti: scenari da nuova Intifada si sono diffusi a Hebron, Gerusalemme Est e Betlemme, dove è rimasto ucciso un ragazzo palestinese 16enne. Al già straziante bilancio dei morti va aggiunto il bracciante thailandese ucciso da una salva di mortaio mentre era intento a lavorare in una serra dello stato ebraico.
I 18 giorni di combattimento e guerra senza freni trovano nella giornata di oggi la prima tregua che, potrebbe avere ripercussioni forse peggiori: le due fazioni opposte avranno il tempo di pensare a nuove strategie di attacco; Israele, in particolare, ogni volta che torna ad attaccare utilizza strumenti sempre più potenti. Non sarà certamente questo il caso, 12 ore non bastano per mettere a punto nuovi dispositivi, ma potrebbero bastare, sia per Israele che per Hamas, per studiare nuovi punti di attacco.