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La lezione francese.

L’ultimo verdetto del campionato italiano è stato emesso alle 22;31 di domenica 26 maggio allo stadio San Siro di Milano, al fischio finale di Inter- Empoli (2-1)che svelava gli arcani, relativi all’ultima qualificata alla prossima Champions e al club destinato a far compagnia a Frosinone e Chievo nelle torbide acque della cadetteria. Per la cronaca la prima, l’Inter, ha raggiunto il suo scopo, proprio dove ha fallito la seconda, l’Empoli che è retrocesso pur non meritandolo affatto, per la qualità del gioco espresso. Non sempre infatti lo spietato pragmatismo della cronaca racconta cose giuste e speriamo di non urtare la suscettibilità di nessuno se diciamo che di torbido il calcio italiano non ha solo le acque della serie B, straziata da retrocessioni, penalizzazioni  partite di play off e play out rinviate e ricorsi a bizzeffe in tribunale. Ci sono alcune partite di serie A che si potrebbero anche non giocare, senza così prendere in giro gli spettatori a casa e sugli spalti che non gradiscono dessert e biscotti a meno che non siano preparati dall’amata nonna. Il riferimento non è solo, ovviamente, indirizzato a Fiorentina-Genoa, coinvolte nella bagarre della retrocessione, che è solamente l’ultimo anellino della catena di partite indecenti che sforna il nostro campionato della massima serie ogni benedetto fine anno e non solo, ma riguarda il DNA del calcio italiano, afflitto da questo virus di indolenza che azzanna le squadre che hanno raggiunto il proprio obiettivo in anticipo e sono disposte a far regali a destra e a manca, in virtù di una salomonica adesione al principio del “volemose bene”. In una intervista radiofonica a CRC, Giorgio Perinetti, DG del Genoa, alla domanda del conduttore Chiariello che chiedeva un parere sulla prova tutt’altro che edificante delle due squadre al Franchi ha candidamente risposto: ” vi invito a vedere alcune partite di serie A, che sono state un po peggio”. Da questa dichiarazione, da un lato si può supporre chiaramente come si sia ridotto il calcio italiano e dall’altro si prende atto che la sola giustificazione che il dirigente adduce è la denuncia di altre pagine imbarazzanti del nostro campionato, come a dire che non solo loro gli unici ad aver “disilluso gli appassionati”. Parole che difettano di eleganza ma non di verità, che fotografano perfettamente lo stato delle cose e che alla luce di valutazioni scoraggianti ci fa andare col pensiero all’ultima giornata di campionato francese. Caen (33 punti) e Digione (31 punti), giocano nell’ultima giornata, tra le mura amiche, rispettivamente contro il Bordeaux e il Tolosa. La vittoria della squadra di Borgogna (2-1) sarebbe stata inutile, per la permanenza in “ligue 1” se i girondini non avessero battuto in una drammatica partita (0-1) i padroni di casa del Caen, in un incontro che per loro non significava assolutamente nulla se non il sacro, onesto e regolare andamento di un evento sportivo: evidentemente, tutte cose poco importanti, avremmo pensato in Italia e che a forza di pensarlo, ci abbiamo creduto davvero.