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NAPOLI ATALANTA 1-2. AZZURRI ANCORA SCONFITTI!

Un Napoli alla frutta viene sconfitto tra le mura amiche del San Paolo, da una Atalanta volitiva e coraggiosa, che non ha  demeritato.

Seconda battuta di arresto consecutiva, entrambe maturate in casa che lasciano il segno e sono state mal digerite dai supporters, ventimila circa, che coraggiosamente in una giornata festiva e piovosa, hanno preferito il Napoli alle loro famiglie e che alla fine della gara hanno fischiato sonoramente l’uscita dal campo dei calciatori.

Il nulla in termini calcistici vissuto all’Emirates di Londra, dove si è raggiunto il picco piu basso della stagione azzurra è proseguito senza soluzione di continuità fino alla partita giocata contro l’Atalanta, giunta a Napoli con le idee davvero ben chiare. L’undici di Gasperini aveva un solo risultato per cullare il sogno di una qualificazione Champions, che rappresenta l’ennesima vittoria del calcio, centrandolo,  contro i  paradigmi che ancora insistono sulle differenze economiche in campo  che  segnano un solco invalicabile. Evidentemente l’Ajax non ha insegnato nulla a questi soloni.

Francamente bisogna solo applaudire formazioni come quella orobica, che nella sera di Pasquetta ha impartito una lezione di calcio e soprattutto di interpretazione, ai demotivati e spenti giocatori azzurri. I bergamaschi, ben consapevoli della loro inferiorità tecnica hanno però avuto il merito di non disunirsi e proprio il loro giocare da squadra, stringendo i denti e lottando su ogni pallone, come fosse quello della vita ha portato i frutti sperati.

De Roon, Castagne, Pasalic, Gomez e Zapata, (quest’ultimo troppo frettolosamente lasciato andare), hanno fatto letteralmente ammattire la difesa di burro partenopea. L’esperimento Hysaj sulla fascia sinistra, a discapito di Mario Rui,  già provato un altre occasioni,  che avebbe dovuto negli intenti di Ancelotti rafforzare la fase difensiva, si è  invece rivelato un fiasco, risultando infatti proprio il lato sinistro quello che ha ceduto sotto i colpi di un Ilicic incontenibile che ha fatto il bello e cattivo tempo dal suo ingresso, cambiando la direzione della gara.

La partita si puo riassumere in tre concetti, evanescenza in attacco, centrocampo inesistente, difesa colabrodo .

I numeri riferiscono di una serie enormi di occasioni create ma dilapidate dall’avanti azzurro e se si riflette sul goal segnato da Mertens, di “natica” su un rimpallo, seguito dell’ennesima palla ciccata, allora  si ha l’esatta dimesione della realtà.

Il belga palesa i suoi limiti, fallendo sistematicamente il primo tocco sui palloni ricevuti e divorandosi tre goal, con il primo in assoluto, quando solo davanti a Gollini si è  lasciato andare goffamente a terra. In altre occasioni, seppur da posizione eccellente, ha invece rinunciato alla conclusione a rete, in  favore del compagno, manifestando tutti i timori classici dell’attaccante in crisi, la sfiducia nei propri mezzi. Per Dries come per Lorenzo Insigne grande escluso ieri,  valgono le stesse considerazioni. Mancanza di personalità, in uno alla costituzione fisica esile, sono i grandi problemi dei giocatori, che non riescono a sopperire con il carattere e la volonta, palesando invece una fragilita emotiva che ne penalizza le prestazioni.

Un po’ meglio, ma non troppo Milik. Il polacco infatti  spesso sacrificato al ruolo di unico finalizzatore della manovra,   viene lasciato privo di assistenza,  con le ali che invece di servire palloni giocabili al centro dell’area, retrocededono con giocate che puntualmente si concludono con il passaggio al compagno arretrato,  rallendando  la manovra che diventa a questo punto prevedibile.

Zielinski a sinistra e Callejon a destra non garantisco il giusto movimento sulle corsie, con il primo che vivie di strappi estemporanei e il secondo che passa buona parte del tempo a terra dopo il minimo contatto.

A centrocampo, zona nevralgica Allan e Fabian Ruiz vivono un momento di regresso. Il brasiliano infatti perde piu palloni di quanti ne recuperi, mentre lo spagnolo  dopo le belle prestazioni iniziali che avevano fatto gridare al miracol,o per la scoperta del nuovo talento, ha praticamente fallito tutte le giocate, facedo segnare un record negativo per palloni persi.

La difesa rappresenta infine il vero tallone d’Achille. Eccezion fatta per il solo, Kulibaly, il reparto fa davvero, acqua. Le assenze di Albiol infortunatosi e Ghoulam lungo degente, hanno minato fortemente le certezze difensive, che Hysaj e Mario Rui, nonostante la loro generosità non hanno potuto sopperire, per manifesti limiti tecnici.

In sintesi, se non segna Milik e non salva in difesa Kulibaly (in attesa di un Meret ancora acerbo), son guai per il Napoli.

Una Pasqua di passione dunque per i tifosi partenopei, che hanno dovuto sopportare ancora una volta l’umiliazione della sconfitta.

Peccato perché si è riusciti dilapidare un patrimonio fatto di buone restazioni, accumulato fino alla gara con la Juventus,  dopo la quale si è assistito ad una caduta verticale, della quale dovrà rispondere anche l’allenatore. Ancelotti scelto proprio per dare continuità e certezze alle fragilità mentali, primo vero grande limite che ha condizionato la stagione azzurra, dovrà in primis correggere una atavica pecca del gioco, ovvero la sistematica ricerca del fraseggio, con l’inevitabile passaggio indietro che  quando gli interpreti non sono in possesso di adeguate capacità tecniche e talento, diventa tattica deleteria regalando all’avversario, campo e palloni, che tanti punti sono costati, sia nel corso del campionato, che soprattutto in Europa, dove questa scuola di pensiero non trova uguali e viene invece considerata segno di debolezza e di incapacità. Al mister dunque il compito di rigenerare e rivitalizzare le sorti e il gioco della sua squadra, attraverso le scelte, inevitabili che riterrà opportune, selezionando gli atleti utili per il futuro e consentire di partecipare degnamente alle prossime competizioni, con nuovo piglio, a partire dal prossimo anno, dove si spera si potra finalmente sollevare in alto un trofeo cosi tanto desiderato dai tifosi.

NAPOLI-ATALANTA 1-2  

28′ Mertens (N), 69′ Zapata (A), 80′ Pasalic (A)

NAPOLI (4-4-2): Ospina; Malcuit, Chiriches (13′ Luperto), Koulibaly, Hysaj; Callejon, Allan, Fabian Ruiz, Zielinski (81′ Verdi); Mertens (77′ Younes), Milik. All. Ancelotti

ATALANTA (3-4-2-1): Gollini; Mancini (46′ Palomino), Djimsiti, Masiello; Hateboer (76′ Gosens), De Roon, Freuler (54′ Ilicic), Castagne; Pasalic, Gomez; Zapata. All. Gasperini

Ammoniti: Mancini (A), Hysaj (N), Koulibaly (N), Ruiz (N)