Scuola: al via il registro dei docenti

Dal registro degli alunni a quello dei professori. Questa è una delle novità immesse nel piano di riforma scolastica, presentata pochi giorni fa dal premier Renzi. D’ora in poi tutti docenti saranno schedati e inseriti nel Registro Nazionale dei Docenti che offrirà informazioni sulla loro professionalità. Si tratterà di un vero e proprio CV on-line, dal quale i presidi potranno selezionare i prof più vicini alle esigenze della propria scuola.
Stando a quelle che sono le intenzioni del Governo, il Registro Nazionale dei Docenti sarà attivo dal 2015-16 e offrirà le informazioni sulla professionalità dei dirigenti scolastici e degli insegnanti e sarà associato alla scuola in cui si presta servizio.
I dodici punti che compongono la riforma renziana, coinvolgono il ruolo e i meriti del docente proponendo così, di abbandonare l’obsoleto sistema degli ‘scatti di anzianità’ e scegliere l’insegnante più adatto per ciascun istituto, valutando il merito e le effettive capacità che verranno rese pubbliche su vere e proprie pagelle online.
Il curriculum vitae dei professori verrà quindi pubblicato e messo a disposizione dei Presidi, i quali potranno individuare, valutare e scegliere gli insegnanti che meglio rispondono alle necessità della propria scuola, in base ai loro ‘voti’ o propensioni. È previsto per questo un nuovo sistema di crediti suddivisi in didattici, formativi e professionali.
I primi verranno attribuiti in base alla qualità dell’insegnamento in classe e alla capacità di migliorare il livello di apprendimento degli propri studenti; quelli formativi fanno riferimento alla formazione in servizio che tutti gli insegnanti sono tenuti a sostenere, alla attività di ricerca svolta e alla produzione scientifica; quelli professionali invece, verranno assunti all’interno della scuola per promuovere e sostenerne l’organizzazione e il miglioramento, sia nella sua attività ordinaria sia in quella progettuale.
L’accumulo di tali crediti, che presuppone un maggiore impegno e una maggiore dedizione verso il lavoro svolto e da svolgere, porterà (si spera) ad un livello di insegnamento di qualità più elevata, a un’attenzione maggiore vero le necessità degli studenti e permetterà di migliorare le condizioni di stipendio base non facendo più riferimento agli anni di servizio ma al merito.
Questo prelude a uno svecchiamento dell’intero sistema scolastico che da anni mantiene una stasi preoccupante in termini di assunzioni, e altrettanto preoccupante se si parla di metodi di insegnamento e conoscenze che potranno probabilmente subire un notevole miglioramento portato da questo ‘cambio di rotta’ necessario quando il vento non è più a favore.