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Scuola: decreto in corso, posizioni diverse sulla ripartenza!

Uno dei settori che ha sofferto maggiormente in questo periodo di lockdown è stato proprio quello della scuola che, insieme all’università, spesso è stata oggetto di discussione, in quanto le prime attenzioni in merito all’emergenza vedevano altri protagonisti.

Ad oggi potremmo dire di aver superato con successo la fase di adattamento e della “scuola in casa”. Mamme si sono improvvisate maestre rinunciando ad una parte notevole del tempo dedicato normalmente alla famiglia, alla casa, al lavoro, e ai propri affetti. I ragazzi hanno imparato cosa significa servirsi di strumenti che non avrebbero valutato come “necessari” – soprattutto con un impatto così diffuso – prima di adesso, facendo un’esperienza senza precedenti. Così allo stesso modo le Università hanno visto formarsi ragazzi che hanno dovuto rivedere le immagini che avevano sviluppato nelle loro menti per un momento così importante come il conseguimento del titolo di laurea.

Proprio in questi giorni si sta cercando di definire in che modo armarsi per la ripartenza della scuola, e le decisioni che saranno prese nelle prossime ore si riveleranno determinanti per la ripresa.

Le posizioni del Presidente del Consiglio e della ministra Azzolina sono abbastanza chiare: l’intenzione è quella di tornare a scuola tra i banchi a settembre, nel rispetto delle misure di sicurezza, anche se le modalità sono da stabilire. Ieri nel tardo pomeriggio è stata convocata una riunione con le parti sociali in cui è stata ribadita tale posizione. Tra le possibili soluzioni l’utilizzo di visiere invece che le mascherine, ed inoltre si parla di una compartimentazione dei banchi con appositi divisori. Anche il presidente dell’Anci, Antonio De Caro, riconferma l’urgenza con la quale bisogna lavorare al decreto scuola per ripartire quanto più vicini possibili alla normalità. Si è parlato di sblocco dell’assunzione del personale, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica e riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto.

Sembra si possano trovare i presupposti per un nuovo equilibrio, anche se il clima in Parlamento non è tra i più accomodanti. In aula non mancano momenti di tensione: Lega e Fratelli d’Italia stanno utilizzando il mezzo dell’ostruzionismo affinché il decreto scuola, che a pena di decadenza, dovrà essere convertito in legge entro la giornata di domani, venga bocciato. Sono stati presentati in aula 105 ordini del giorno e il gruppo della Lega si esprime così “Chiediamo chiarezza sulla riapertura in sicurezza a settembre per tutti gli studenti e non solo per alcuni, la stabilizzazione dei precari e la presa in considerazione degli istituti paritari completamente dimenticati dal governo. La nostra battaglia proseguirà con l’intervento di tutti i nostri deputati presenti. Oltre 100 interventi per portare in parlamento le proteste, i dubbi, le incertezze di migliaia di insegnanti, studenti e famiglie”.

Il capo politico del M5s, Vito Crimi, afferma che il comportamento delle forze politiche dell’opposizione potrebbe rivelarsi particolarmente pericoloso. Questo perché se si arrivasse all’ 8 giugno senza la conversione in legge alla Camera del decreto, il ministero dovrebbe far rientrare a scuola per gli esami di Stato un milione di studenti e altri 3 milioni di persone tra docenti e personale scolastico, alimentando così un rischio altissimo in un momento in cui si dovrebbe tenere la massima allerta, dove ogni passo falso potrebbe rendere vani gli sforzi fatti in questi mesi.

Per ora non resta che attendere la finitura dei lavori ed ulteriori notizie che non si stimano prima delle 11:30 della giornata odierna. La ministra Azzolina di suo ha manifestato più volte la possibilità e la necessità di andare avanti con l’obiettivo di ripartire al più presto verso una visione della scuola sempre più simile a come la conoscevamo (forse solo un po’ più digitalizzata). Il governo fino ad ora si è mostrato disponibilissimo ad intervenire in svariati modi per rispondere alle domande e ai bisogni sociali degli italiani, che si aspettano da un lato la massima prudenza, ma dall’altro un compromesso che li permetta di ritornare alla loro quotidianità.

Gilda Caccavale
Gilda Caccavale
1996 - Laureata e specializzanda in scienze politiche. Da sempre appassionata di scrittura nella sua potenzialità di condividere e trasferire sottili intuizioni e prospettive, o irripetibili combinazioni dell'essere. Fermare la "visione" significa assistere l'evoluzione, e m'illumina d'immenso!