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La leggenda di Palazzo Donn’Anna

Napoli, ormai tutto il mondo lo sa, è una delle città più belle e affascinanti in assoluto. Soprattutto negli ultimi anni il turismo è cresciuto tantissimo. E’ una città ricca, non solo perché offre scorci e panorami mozzafiato bensì perché è ricca di storia ma anche di leggende. Una di queste è quella che riguarda Palazzo Donn’Anna.

Posto sulla costa del Golfo di Napoli, imponente e situato nel cuore di Posillipo, uno dei quartieri più belli della città partenopea, Palazzo Donn’Anna fu costruito alla fine del XV secolo su di un edificio già esistente che era di proprietà del Marchese Dragonetto Bonifacio e che veniva chiamato ‘La Serena’.

Questo Palazzo però, così bello e fascinoso da essere ormai tappa obbligatoria di tanti turisti e non che desiderano scattargli una foto, è anche legato ad una misteriosa leggenda che, forse, non tutti conoscono, napoletani compresi. Si narra, infatti che ai tempi degli angioini, la Regina Giovanna II, desiderosa di confermare o meno le voci che si aggiravano su di un pescatore, noto per le sue doti passionali di amante, fece costruire una villa nei pressi di Posillipo, in un luogo che fosse lontano da occhi indiscreti. La chiamò ‘Villa delle Sirene’ e vi trascorse tre notti e tre giorni di passione con il pescatore Beppe.  Ciò che rende la leggenda misteriosa era il triste destino che spettava a chi aveva la ‘sfortuna’ di entrare in quel Palazzo. Molti, infatti, erano i trabocchetti che erano stati costruiti al suo interno, proprio per evitare che qualcuno potesse poi uscirne.

La Regina, infatti, temeva che l’amante potesse poi raccontare la notte di passione in giro e che potesse, di conseguenza, compromettere la sua reputazione. Come si può facilmente dedurre, il pescatore non fu che la prima di tante vittime. Si racconta che addirittura avesse fatto costruire una botola attraverso la quale l’amante veniva ‘scaricato’ direttamente in mare.  La fidanzata di Beppe, dopo la sua scomparsa, iniziò a tormentarsi per la perdita e a maledire la Regina. Dopo la sua morte, il Palazzo fu ereditato da Anna Carafa, moglie del Viceré di Napoli che, a causa della maledizione, fece demolire l’intera villa per costruire un altro palazzo, chiamato, appunto, ‘Palazzo Donn’Anna’.