Qualche ora dopo la conclusione del Referendum separatista andato in scena in Scozia, si contano i danni.
In teoria la vittoria dei “No” sui “Si”, farebbe pensare che nulla si è mosso, che la situazione sia rimasta inalterata o quanto meno non diversa da come era prima del Referendum. Ebbene, la Bbc in nottata racconta che la Polizia ha arrestato almeno sei persone, nel contesto di un tafferuglio molto acceso tra separatisti ed unionisti, in George Square, Glasgow.
Alex Salmond, Primo Ministro scozzese, ha intanto annunciato le sue dimissioni dopo la sconfitta referendaria: Oggi David Cameron si è rifiutato di impegnarsi per una seconda lettura a Westminster di una legge per maggiori poteri alla Scozia entro marzo 2015, una promessa fatta da Gordon Brown in campagna elettorale. Non ci sarà un nuovo Referendum nel prossimo futuro. Le sue dimissioni sono previste per novembre, quando sarà rimpiazzato da un altro esponente dello Scottish National Party, SNP.
Intanto fonti interne britanniche raccontano di una Elisabetta II che, nonostante la sua attivissima partecipazione alla campagna elettorale, non avrebbe seguito il conteggio dei voti avvenuto in nottata. Il ruolo di sovrana le impone la massima neutralità in merito a vicende politiche di quest’entità, anche se domenica scorsa la Regina aveva invitato gli scozzesi a riflettere molto bene sul proprio futuro, quasi a palesare delle reali incertezze di una secessione più che probabile.