Una partita normale, che diventa un caso eccezionale, è un qualcosa che capita solo in Italia. Mi riferisco a Napoli Inter di Coppa Italia che si è disputata ieri sera. Soprattutto, mi riferisco alla presunta omofobia di Maurizio Sarri, l’allenatore del Napoli, che ha apostrofato Roberto Mancini, l’allenatore dell’Inter, definendolo «frocio» e «finocchio». Premetto che l’allenatore del Napoli, Maurizio Sarri, secondo me non ha sbagliato affatto. Può capitare che in una partita molto tesa qualche parola grossa possa essere detta. Purtroppo, nel nostro Paese il calcio riflette più di ogni altra cosa come siamo fatti. Winston Churchill, a tal proposito, diceva che l’Italia perde le partite come se fosse una guerra e le guerre come se fossero delle partite. In pratica, niente più del calcio identifica l’Italia e, quindi, qualsiasi cosa succeda in campo diventa l’oggetto principale dei media nazionali.
La cronaca ci dice che quando l’arbitro Valeri ha segnalato di voler concedere cinque minuti di recupero, Mancini ha incominciato a protestare vivacemente, per l’eccessivo lasso di tempo assegnato, con il quarto uomo. Dall’altra panchina Sarri, già arrabbiato per l’espulsione di Mertens, ha apostrofato coloritamente Mancini. Ovviamente, l’allenatore neroazzurro è scattato su tutte le furie. Solo l’intervento del quarto uomo e di altri presenti ha evitato che succedesse una rissa vera e propria.
Mancini, poi, sfogandosi ai microfoni della Rai, ha continuato la polemica, definendo Sarri omofobo e se ne è andato negli spogliatoi profondamente offeso. L’allenatore del Napoli si è anche scusato più volte con il suo collega. Ma tanto è bastato per mettere in secondo piano la partita e trasformare la trasmissione di Rai Sport nell’ennesima arena televisiva. Improvvisamente, tutti i grandi soloni del calcio si sono trasformati in moralizzatori. Maurizio Sarri è stato preso di mira da tutti, ma il tecnico azzurro si è difeso rispondendo che sono cose che possono capitare. Proprio la stessa risposta che qualche tempo fa Mancini disse a proposito dei cori beceri e razzisti dei tifosi interisti contro Napoli. Ma la polemica stenta a spegnersi. Tutti i media hanno trovato il nuovo capro espiatorio dell’Italia sessista e omofoba. Oggi, addirittura, Tuttosport titola che “Siamo tutti Mancini”. Suggerirei al direttore del giornale sportivo di Torino un altro titolo, forse più eloquente: “Siamo tutti ipocriti”. Perché di pura ipocrisia si tratta. Chiunque, in una partita piena di tensioni, può incorrere in qualche parolaccia. Ma di qui ad aprire un caso nazionale, mi sembra esagerato. D’altra parte l’Arcigay ha detto che non serve a nulla puntare il dito contro Sarri, perché di episodi simili ce ne sono a centinaia. Quindi non c’è nulla di cui scandalizzarsi.
Non mi meraviglierei se domani un parlamentare facesse un interrogazione alle Camere su Sarri, il “pericoloso” allenatore del Napoli che fa regredire l’Italia.