Nicolas Sarkosy è in stato di fermo dalle ore 8.00 di questa mattina, presso il comando di polizia giudiziaria di Nanterre, non molto distante da Parigi. L’ex presidente francese, arrivato in un’auto dai vetri scuri, dovrà restare in stato di fermo per almeno 24 ore, uno stallo che potrebbe protrarsi per altre 24 ore, dopodiché sarà rilasciato o bisognerà predisporre nuove misure cautelative. L’ex presidente è accusato di concussione e trasgressione del segreto istruttorio; le motivazioni si riferiscono a un’inchiesta in corso che lo vedrebbe indagato per informazioni riservate ottenute dai magistrati della Corte di Cassazione; in cambio avrebbe promesso avanzamenti di carriera.
Il paradosso di Sarkò è che lo scandalo è saltato fuori proprio quando c’è stata una proliferazione delle voci su un suo probabile ritorno in politica, relativamente alle elezioni presidenziali previste per il 2017. Una vicenda contorta e poco chiara quella di Sarkozy, un’indagine avviata dalla magistratura di Bordeaux per far luce sui rapporti che legavano Sarkozy alla miliardaria Liliane Bettencourt maggiore azionista della L’Oréal. A quanto pare l’ex presidente avrebbe fatto pressioni sulla donna per ricevere in cambio dei finanziamenti per le elezioni del 2007 che lo hanno visto emergere come 23esimo presidente della Francia. L’inchiesta è passata quindi nelle mani dei magistrati di Parigi i quali hanno iniziato a studiare l’agenda di Sarkozy che ha evidenziato ambigui appuntamenti non ufficiali. A tale investigazione si aggiungono quelle su un probabile finanziamento da parte della Libia di Gheddafi per la stessa campagna elettorale e su un sospetto finanziamento a favore di Bernard Tapie, il finanziere indagato per il fallimento del Crédit Lyonnais.
È da questa serie di indagini che la magistratura parigina stabilisce di controllare le telefonate di Thierre Herzog, l’avvocato di Sarkozy: le intercettazioni hanno dimostrato che esiste un numero cospicuo di informatori infiltrati nella Cassazione grazie ai quali Sarkozy e l’avvocato sarebbero venuti a conoscenza, tramite Gilbert Azibert, avvocato nonché amico di Herzog, delle intercettazioni telefoniche gestite dai magistrati; da qui l’acquisto di un nuovo cellulare intestato ad un tale Paul Bismuth, mai esistito; ad Azibert l’ex presidente avrebbe promesso un ruolo da magistrato nel principato di Monaco.
Già ieri i magistrati avevano messo in stato di fermo Herzog, Azibert e il magistrato della Cassazione Patrick Sassoust, il cui blocco è stato prolungato anche per la giornata odierna. Gli uffici e le abitazioni di Herzog e Azibert, compresi i cellulari, erano già stati sequestrati nel mese di marzo.
Un caso del tutto nuovo quello che vede al centro dell’attenzione la Francia dove, per la prima volta, viene stabilito uno stato di fermo nei confronti di un ex presidente della Repubblica che, durante il mandato, ha fatto affidamento sull’immunità governativa, anche se non è la prima volta che Sarkozy, con il suo staff, si trova a dover affrontare l’autorità giudiziaria. “La giustizia indaga, deve andare fino in fondo, Nicolas Sarkozy è un cittadino come gli altri davanti alla legge”, ha dichiarato Stephane Le Foll, portavoce del governo del Front National. Un momento ‘no’ quello di Sarkò, propenso a rilanciarsi in politica proprio quando il suo partito, l’Ump era stato indagato per fatture false: l’Ump non ha ancora un leader di riferimento e contava sulla riproposta di Sarkozy. Intanto Sebastien Huyghe, deputato dell’Ump e collega fedelissimo di Nicolas, su Twitter, ha commentato la vicenda sarcasticamente: “Basta annunciare che Sarkozy potrebbe tornare in autunno alla politica che si scatena una procedura giudiziaria”.