La meravigliosa Villa Floridiana, un tempo residenza reale borbonica, fu acquistata da Ferdinando IV come dono per sua moglie, la duchessa di Floridia; della sua indiscussa bellezza resta oggigiorno ben poco, abbandonata a se stessa, poca cura dei suoi giardini, alberi pericolanti che costringono un’ampia parte della villa alla chiusura al pubblico. Tra le tante questioni che negli anni hanno portato in primo piano l’unico polmone verde situato nell’affollatissimo quartiere collinare del Vomero, ce n’è una che sta smuovendo molte polemiche, soprattutto da parte di ambientalisti e amanti della natura: le condizioni in cui versano le tartarughe ospitate da una fontana posta dal lato belvedere della villa. Girando all’interno del parco ci si accorge subito dello stato di abbandono in cui essa versa: gli addetti alla sorveglianza sono presenti soltanto presso l’entrata di Via Cimarosa; dalla parte di Via Aniello Falcone regna il nulla, l’accesso potrebbe essere consentito a chiunque, anche ai cani a cui, come si legge nei divieti affissi, è vietata l’entrata. Proseguendo il giro, si vedono transenne un po’ ovunque; sono anni infatti, che in seguito alla caduta di un platano, molte zone sono state recintate per alberature pericolanti, ma la situazione è rimasta invariata nel tempo. Giunti davanti alla fontana che ospita pesci rossi e tartarughe, lo spettacolo è raccapricciante: decine e decine di tartarughe ammassate in cerca di riparo da acqua melmosa, residui di cibo gettati all’interno della fontana, acqua putrida. Abbiamo incontrato a tal proposito Gennaro Capodanno, Presidente del Comitato Valori Collinari, da anni attivo nel quartiere, mosso da un sano amore per i luoghi in cui è nato e cresciuto.
Signor Capodanno, a chi è affidata la manutenzione della Floridiana e delle tartarughe in particolare?
«Secondo il protocollo d’intesa, la manutenzione della villa è affidata ai dipendenti del Ministero e in parte al comune attraverso la Napoli Servizi S.p.A., soprattutto per ciò che concerne la pulizia di rifiuti solidi, lo svuotamento dei cestini e attività di questo genere»
Qual è la situazione attuale della Villa?
«Come vede, l’80% del parco è chiuso al pubblico a causa di alberature pericolanti. Il problema sussiste da anni senza che vengano presi provvedimenti; il Sindaco promise di sistemare la situazione ma dopo 8 mesi non è cambiato nulla, si ha la netta sensazione che la situazione resterà invariata a lungo»
In quanto presidente del Comitato Valori Collinari, ha delle proposte concrete per salvare le tartarughe della Floridiana?
«Bisogna dire innanzitutto che l’habitat è congeniale alle tartarughe, ma bisogna migliorare un po’ di cose. Per prima cosa proporrei di dividerle dai pesci rossi, ogni animale ha le sue esigenze; in secondo luogo sono necessarie opere manutentive, un’alimentazione adeguata, una pulizia quotidiana, tutte cose che mancano ad oggi. Un altro grosso problema è che la gente viene qui e abbandona le tartarughe divenute ormai troppo grandi, bisogna assolutamente bloccare quest’abitudine; l’abbandono di animali, così come il loro maltrattamento è reato, c’è un articolo penale che lo sancisce. Con maggiore sorveglianza il problema potrebbe essere risolto molto velocemente. Se fossero chiamati degli esperti, si potrebbe stabilire il numero massimo di tartarughe che una vasca di tale grandezza può ospitare, sistemando le restanti in altri punti dove è possibile accoglierle. Alcune possono morire di vecchiaia, altre per malattie, in tal caso non è accettabile che la carcassa della tartaruga resti a mollo in acqua per settimana intere, come è accaduto in passato, poiché il rischio di infettare le altre con malattie è alto»
Come immagina la futura Floridiana?
«Tempo fa lanciai una provocazione che finì sui giornali esteri, la Villa Floridiana fu valutata 12 milioni di euro, io chiesi ai cittadini di comprarla per 200 euro a testa, per toglierla al Ministero e lasciare che i vomeresi se ne riappropriassero. La mia proposta concreta è scorporare la villa dal museo e dare la villa in comodato d’uso gratuito alla regione Campania, in questo modo rientrerebbe nei parchi della regione e usufruirebbe delle relative provvidenze: da parco storico diventerebbe parco naturale e regionale. Mi piacerebbe trasformarla in un parco produttivo: nel teatrino verzura si potrebbero organizzare spettacoli; nelle case, un tempo della servitù, creare una serie di punti di riferimento come ludoteche e centri di incontri per anziani; attrezzare alcune aree per i cani. Tutto ciò è possibile solo con dei fondi e l’unico ente che ne dispone è la regione»
Chi può realmente smuovere le cose?
«Io lancio un appello al Sindaco De Magistris e al Presidente della regione Caldoro invitandoli ad operare quanto prima. Il modello del comodato d’uso è già stato usato per lo Stadio Collana, evita le burocratizzazioni dei passaggi di proprietà e semplifica tutto, si tratta di un atto per trasferire il parco a determinate condizioni, le quali durano solitamente 6 o 9 anni e poi vengono rinnovate. Il protocollo d’intesa attuale non funziona, la situazione è allo sfascio: dei 40.000 metri quadri di estensione della villa ne restano agibili nemmeno la metà»