Pronto soccorso dell’ospedale napoletano “Vecchio Pellegrini”: spuntano le blatte e si sospetta il sabotaggio.
A segnalarlo il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borelli, che dice:
“Ho già sollecitato il direttore sanitario e mi ha detto di avere allertato i Nas e che, a suo avviso, si tratta di un sabotaggio”.
Emilio Borelli afferma che in tal caso ci si troverebbe dinanzi ad un’azione “inquietante” finalizzata a screditare la sanità in Campania, in ogni caso occorre sanificare l’area interessata.
La presenza delle blatte è stata rinvenuta in un bagno del nosocomio, adiacente al pronto soccorso, più volte pulito e ispezionato dalla ditta di pulizie che se n’è occupato, ed anche su un lenzuolo.
Gli addetti della ditta “Esperia” hanno riferito di briciole nella stessa locazione delle blatte, trovate solo nel momento in cui vi erano gli stessi rimasugli di cibo.
La ditta di pulizie ha allertato il medico di guardia e redatto una missiva per denunciare quanto verificatosi al direttore sanitario, Mariella Corvino.
Date le circostanze sospette dell’accaduto, la direttrice ha provveduto a sporgere denuncia per sabotaggio.
Il commissario straordinario dell’Asl Napoli 1, Ciro Verdolina, si è così espresso:
“La struttura commissariale ha provveduto a inoltrare una denuncia perché ritiene che le blatte trovate nell’ospedale Pellegrini siano state introdotte dall’esterno e posizionate in un solo bagno. La denuncia alle autorità competenti affinché possano individuare e punire i responsabili” .
L’ipotesi di sabotaggio sembrerebbe la più accreditata dal momento che le blatte erano in sovrannumero per trovarsi in uno stesso ambiente, erano con le zampe all’aria ed il locale ove sono state rintracciate è privo di finestre.
Anche una dottoressa, Marino Romano, ha preso visione della scena:
“Indecente. Non ho altre parole per definire quello che ho visto. Tutto questo non fa altro che dar voce a chi ci bolla come un popolo inaffidabile. Mi vergogno. Quella scena mi umilia e mortifica, come napoletana e come medico. Quali garanzie diamo agli ammalati? Come pretendiamo di volerli curare? Faccio questo mestiere da quaranta anni e ciò che ho visto mi lascia senza parole. Sono amareggiata”.