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Rugby: il fascino dello sport della palla ovale

Quante volte da bambini si è stati soliti abbracciare un pallone e cominciare a correre freneticamente, senza pensare di fermarsi neppure per un istante, seminando tutti coloro che desideravano scipparlo? Questo è stato l’episodio che ha dato vita alla nascita di uno sport mondiale, al giorno d’oggi molto illustre in Italia e in altri luoghi del globo: si tratta del rugby, un’attività con alle proprie spalle una storia piuttosto curiosa.

Rugby: origini tra storia e mito

Sono sempre esistite tipologie differenti di giochi con la palla in angolo dei continenti. Le più illustri sono l’episkyros greco, l’harpastum romano, la soule di origini francesi e il calcio storico fiorentino. In principio, il lemma inglese football non indicava necessariamente attività nelle quali si calciava il pallone, ma tutti quelli esercitati dai contadini e dagli artigiani “a piedi, differentemente dalla classe nobiliare.

A differenza di molti altri, un velo di leggenda e di mito avviluppa le origini di questo sport. Negli anni venti del secondo decennio dell’Ottocento, in una città della contea di Warkwickshire, denominata proprio “Rugby“, durante lo svolgimento di una partita di calcio, da un semplice e bizzarro episodio ebbe origine questo sport. L’alunno William Webb Ellis, infatti, raccolse il pallone con le mani, cominciò a correre repentinamente, giungendo sino a fondocampo e realizzando la prima meta di tutta la storia del rugby.

Nonostante il giovane ragazzo sia considerato il fondatore di questo attività fisica, come dimostra la denominazione della Coppa del Mondo a lui dedicata, non si trattava di un’azione così importante, quasi passò inosservato. In quell’arco temporale, difatti, non erano in vigore dei regolamenti dettagliati, difficile, dunque, considerarlo così inconsueto. Soltanto alla fine del secolo, il rugby iniziò ad assumere le sembianze odierne, a divenire ciò che è al giorno d’oggi, differenziandosi completamente dal football e riscuotendo notevole successo

Il 26 gennaio 1871 fu fondata la “Rugby Football Union“, associazione la quale garantiva l’uniformità di un regolamento con delle norme precise da seguire. In effetti, una standardizzazione per le regola da far seguire a tutti coloro che ci cimentavano in questo nuovo sport creato alla “Rugby School“. Sono tutte da rispettare senza se e senza ma, anche se alcune hanno valore sicuramente più elevato. Tra queste:

•Numero di giocatori deciso prima a 20 e poi ridotto a 15;

•Eliminazione del calcio agli stinchi;

•Impiego indispensabile di una palla a forma ovale, una forma che sicuramente agevola i tocchi con i piedi;

•la possibilità di raccogliere la palla con le mani e correre con essa.

L’espansione repentina di questo sport

In seguito alla diffusione dell’associazione prima citata e di un dettagliatl regolamento vigente, lo sport cominciò ad avere numerosi adesioni e a diffondersi a macchia d’olio. Esso si propagò in particolare tra i territori della Gran Bretagna. Negli ultimi anni dell’Ottocento, fu creata l’International Rugby Board, IRB, che simboleggia l’organo governativo principale di questo sport. Solo recentemente, nel 2014, l’ente ha mutato ufficialmente il suo nominativo, divenendo così “World Rugby“.

L’Inghilterra è l’emblema di questa attività sportiva e attualmente vanta il numero più elevato di giocatori in assoluto, oltre ad essere una delle migliori compagini. Successivamente, il rugby cominciò a valicare i confini inglesi e si diffuse anche in Irlanda, approdando per la prima volta al “Trinity College” di Dublino. In Scozia, l’opera di divulgazione fu agevolata da due fratelli Alexander e Francis Cromie. Sin dagli albori di questo sport, anche in Francia ci fu una repentina espansione del rugby. Tutte nazioni con una propria squadra, le quali, partire dal 2000, hanno preso parte al torneo delle “Sei Nazioni”, insieme all’Italia.