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Roma, la divinità che rappresenta la città eterna

Roma caput mundi, espressione latina che significa “Roma centro del mondo”, si applica anche all’immenso patrimonio artistico e culturale presente nella città eterna.

Girando tra le strade della capitale, visitandone le piazze, soffermandosi sui dettagli delle diverse opere, avviene qualcosa di sorprendente: la cultura che stupisce, emoziona e incanta.

È questo che accade visitando la centralissima Piazza del Popolo, la quale presenta statue e fontane di incredibile bellezza. La piazza sorge ai piedi della famosa terrazza del Pincio, dalla quale è possibile godere di una bellissima vista su tutta Roma.

Pare che il nome della piazza derivi dalla parola latina populus, che significa pioppo. Questo perché, anticamente, la zona in cui sorge piazza del Popolo era ricoperta di Pioppi. Le leggende narrano che nelle vicinanze, fosse ubicata la tomba di Nerone.

La bellezza della piazza è esaltata dalla presenza delle tre chiese che ospita. La più illustre è la basilica di Santa Maria del Popolo. Quest’ultima, fu costruita sul sepolcro dei Domizi dove Nerone fu sepolto nell’XI secolo da papa Pasquale II.

Nel 1589 papa Sisto V fa innalzare un grande Obelisco Flaminio proprio al centro della piazza, alto 24 metri, e costruito ai tempi dei faraoni Ramesse II e Merenptah e portato a Roma sotto l’impero di Augusto.

Le fontane di Roma e Nettuno in Piazza del Popolo

Nel 1823 Valadier fece sostituire la vecchia fontana dellaportiana con una struttura nuova. Questi, fece posizionare ai quattro lati dell’obelisco altrettanti leoni, realizzati in marmo, in perfetto stile egizio, scelta che rispecchia le origini del monumento; dalle fauci dei leoni, un getto d’acqua precipita in altrettante vasche.

Successivamente, fece realizzare due maestose fontane, molto simili per la struttura, ubicandole al centro delle pareti curve che circoscrivono i limiti della piazza.

La fontana occidentale, posta sul lato del Tevere, è una statua di Nettuno, dio del mare, al cui fianco vi sono due tritoni e due delfini.

La fontana che sorge a oriente, sul lato del Pincio, si rivela particolarmente interessante: infatti rappresenta la dea Roma, al cui fianco sorgono le statue del Tevere e dell’Aniene; ai piedi della dea, osserviamo la lupa capitolina nell’atto di allattare Romolo e Remo.

Roma, la dea che rappresenta la città eterna

Roma è una divinità romana che, dal II secolo a.C., fu rappresentava la città eterna e lo Stato romano.

Sull’origine della parola “Roma” ci sono diverse ipotesi. Si pensa che potrebbe derivare dal greco antico ρώμη, che vuol dire “forza” o dall’etrusco Rumon, termine etrusco usato per denominare il fiume Tevere.

Secondo il mito, Roma era una delle prigioniere di guerra troiane tenute prigioniere nella nave di Ulisse.

Quando le navi di Ulisse dovettero sbarcare nel Lazio, Roma e le altre prigioniere, si ribellarono e diedero fuoco alle navi, costringendo Ulisse e i suoi uomini a stabilirsi nel Lazio, sul colle Palatino. Qui venne sorse la città di Roma, in memoria della prigioniera che aveva fermato l’avanzata di Ulisse verso nuovi territori.

Roma, tra mito e leggenda

Secondo altre leggende, Roma o Rome, era figlia di Ascanio, e nipote di Enea.

In ricordo dei trionfi dei profughi troiani, che riuscirono a conquistare la zona dove sarebbe nata la Città Eterna, Rome fece costruire sul luogo dove sorgerà l’Urbe, un tempio in onore di Fides (la Fede).

Per tali motivi, la città prese il nome di Roma, come omaggio alla giovane che aveva fatto erigere il tempio.

Stando ad altre versioni, Roma sarebbe  la moglie di Ascanio o, in alternativa, la moglie di Enea, figlia di Telefo e nipote dell’eroe Eracle.

Secondo la versione ellenica, Roma, eroina giovane e indomita, avrebbe avuto origini greche, e sarebbe stata figlia di Ulisse e della maga Circe, e sorella di Telegono. Ancora, altre leggende l’avrebbero voluta  figlia di Telemaco e Circe, e sorella del Re Latino.

Una figura divina, maestosa, che incarna l’immagine, la storia e l’identità di una delle città più belle del mondo.