1

Rohingya, il genocidio dimenticato

genocidio_21secolo_arseniosiani

Da mesi è in corso un genocidio silenzioso in Myanmar, una pulizia etnica ad opera dell’ esercito governativo che vede come vittime la minoranza musulmana dei Rohingya, che vive ai confini con il Bangladesh.

Questa minoranza etnica conta circa un milione di individui ed è giunta in Myanmar al seguito dell’esercito inglese, ai tempi in cui la regione faceva parte dell’Impero britannico. Fin dagli inizi la convivenza con la maggioranza buddista del paese è stata difficoltosa, i Rohingya hanno da sempre subito discriminazioni e persecuzioni da parte di tutti i governi che si sono succeduti alla guida del paese fino ad oggi.

Ultimamente la tensione tra i due gruppi etnici ha raggiunto le stelle in seguito alla costituzione di un gruppo ribelle armato composto da guerriglieri Rohingya che ha effettuato attentati contro l’attuale governo per ribellarsi alle condizioni disumane cui sono costretti.

L’esercito ha risposto usando il pugno di ferro, schiacciando la popolazione civile con feroci rastrellamenti nei villaggi Rohingya che hanno spinto un gran numero di musulmani a spingersi oltre il confine con il Bangladesh per cercare rifugio, mentre i militari incalzavano alle loro spalle bombardando gli accampamenti.

Ad oggi, secondo Medici Senza Frontiere, il bilancio è di 6.700 morti tra la popolazione civile. Una tragedia che si sta consumando nell’indifferenza del mondo occidentale, su cui lo stesso primo ministro del Myanmar, il premio nobel Aung San Su Kii, ha glissato. In un’intervista alla BBC ha bollato come “esagerate” le accuse di genocidio. A chi le faceva notare la brutalità degli eventi la leader ha risposto: “Non sono Madre Teresa di Calcutta”. Mentre il mondo sta a guardare e il bilancio dei morti rischia di aggravarsi