Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu si è riunito ieri per discutere in materia di sanzioni per chi fa affari con lo Stato Islamico. Una delle sanzioni più significative è rappresentata dal “congelamento dei beni, divieto di viaggio ed embargo sulle armi”. Ma questo tipo di sanzioni è già in vigore da circa dieci anni, infatti, furono elaborate per contrastare le relazioni con il gruppo terroristico Al Qaida, ma un punto su cui riflettere è che difficilmente sono state applicate. Il consiglio di Sicurezza ha deliberato all’unanimità una risoluzione, contenuta in un documento di 28 pagine, elaborato da Usa e Russia, che ha lo scopo di colpire le finanze del temuto “Califfato”, un impero ormai “multimilionario” secondo le dichiarazioni del segretario generale Ban Ki Moon.
Contributo degli Stati membri – Quest’importante risoluzione necessita della collaborazione di tutti i Paesi membri, i quali hanno il compito di riferire quali sono le misure adottate per contrastare l’accumulo di denaro da parte delle organizzazioni terroristiche. Questi devono condividere le proprie informazioni sui gruppi estremisti e sulle misure adottare in una relazione che dovrà essere inviata entro 120 giorni.
Monitorare i flussi di denaro – Bisogna trovare un modo per controllare le banche internazionali, per renderne difficile l’utilizzo da parte dei terroristi. Infatti, il segretario Usa al Tesoro, Jacob Lew, che ha presieduto la riunione al Consiglio di Sicurezza, ha dichiarato di “tagliare il flusso di finanziamento all’Isis impedendo ai jihadisti di avere il denaro necessario per organizzare attacchi”. Il problema è che parte dei finanziamenti del Califfato proviene da fondi interni, come: le entrate derivanti da gas e petrolio o i sequestri di persona.
Collaborazione Usa e Russia – il documento adottato ieri ha visto Stati Uniti e Russia cooperare per raggiungere un comune obiettivo, molti sperano che questa collaborazione possa essere ben salda per poi potersi focalizzare sulla crisi siriana.