Ieri, 2 novembre, è partita nel Centro antico di Napoli la raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta, ma non tutte le strade saranno raggiunte. Alcune zone come quella di Forcella e di via Pietro Colletta incluse inizialmente nel progetto sono state escluse, almeno per il momento.
Una decisione presa per problemi organizzativi, spiega un addetto Asia il quale aggiunge: “Copriamo buona parte del centro storico, il restante lo raggiungeremo a gennaio. Farlo adesso era troppo complicato, e così si è deciso di aspettare dopo Natale per estendere il servizio a tutte le zone del centro antico”.
In definitiva, per ora la raccolta differenziata porta a porta si ferma alle zone più frequentate dai turisti, mentre la situazione resta invariata nelle strade limitrofe: Forcella, via Pietro Colletta, Via Carbonara. Ma paradossalmente sono proprio quelle le zone più colpite dalla piaga della spazzatura abbandonata e non raccolta.
Il progetto avrebbe dovuto coinvolgere 30mila abitanti, di cui 13mila famiglie residenti e circa 2mila attività commerciali; ma i numeri da subito sembrano diminuiti. Nei due punti informazioni allestiti in piazza San Domenico Maggiore e in Piazza Gerolamini, commercianti e abitanti si mettono in fila per segnalare la mancata consegna dei kit o semplicemente per chiedere maggiori delucidazioni. “Sta andando abbastanza bene, dicono gli operatori dell’Asia, certo c’è qualcuno che protesta. Anche dalla chiesa qui vicino, i sacerdoti sostengono che loro devono essere esclusi. In alcuni vicoli, poi, abbiano rischiato di essere aggrediti”.
Lì dove la raccolta differenziata “spinta”, come è stata definita dal sindaco Luigi de Magistris, è partita si presenta a cinque frazioni: carta, plastica e metalli, vetro, non riciclabile e umido che sarà raccolto dall’azienda di smaltimento rifiuti tre volte a settimana per quanto riguarda le famiglie e tutti i giorni per le attività commerciali, vista anche la forte presenza nel Centro storico di locali di ristorazione.