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Riconoscimenti assegnati per il Premio letterario Amerigo

Sono stati assegnati i riconoscimenti per il Premio letterario Amerigo delle “Quattro libertà” 2020 e sono Vannino Chiti, Nino Daniele con Tano Grasso e Antonio Di Florio, Giorgio Chiarva ed Emilia d’Antuono con Vittoria Franco, Anna Scattigno e Franca Maria Alacevich i vincitori della quinta edizione.

La cerimonia di tali riconoscimenti si è svolta in modalità on line e nel rispetto delle normative antiCovid. Questa edizione del 2020 è stata organizzata con il patrocinio del Consolato americano di Napoli per il Sud Italia.

All’evento sono intervenuti il presidente dell’associazione Andrea Gumina, il segretario generale Massimo Cugusi, il coordinatore di Amerigo Firenze Michele Ricceri e la funzionaria del Consolato americano di Napoli Shai Washington.

Il fine del Premio letterario Amerigo è quello di valorizzare le opere letterarie come saggi, romanzi e novelle la cui trama si ispiri alle libertà fondamentali del convivere civile: libertà di parola, di opinione, di religione, di culto, dalla paura e dal bisogno.

Il premio “Libertà dalla paura” è andato ad Antonio Di Florio, Tano Grasso e a Nino Daniele con “Ercolano, una storia antiracket”. Mentre il premio “Libertà di opinione” è andato a Emilia D’Antuono , Vittoria Franco, Anna Scattigno e Franca Maria Alacevich con “Le parole della convivenza”.

Il premio “Libertà dal bisogno” è andato a Giorgio Chiarva, Francesco Brioschi per “Il banchiere galantuomo- Amedeo Peter Giannini”.  Quello invece per la sezione “Libertà di religione” per il suo “Le religioni e le sfide del futuro- Per un’etica condivisa fondata sul dialogo” è andato a Vannino Chiti, già vicepresidente del Senato.

Questa cerimonia è stata istituita nel 2016, grazie ad un’idea del Chapter fiorentino di Amerigo.

Durante l’evento di quest’anno che si è svolto il 29 ottobre è intervenuto con un video messaggio anche Vincenzo Amendola, Ministro per gli Affari Europei. Inoltre è stato proiettato Four Freedoms per Amerigo, video testimonianza della giornalista Francesca Forcella, coordinatrice del Chapter di New York.