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lunedì, 20 Marzo 2023

Riapre la ferrovia Avellino-Rocchetta

È la prima ferrovia italiana ad aver ottenuto la dichiarazione di interesse culturale, nel 2016, da parte del MiBACT, supportato dal Dipartimento di Architettura della Federico II.

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Si è tenuta oggi, 17 novembre, presso il Museo Nazionale ferroviario di Pietrarsa, la giornata di studi “Avellino-Rocchetta. Un treno dal passato al futuro”, patrocinata dalla Fondazione FS Italiane, dal Consiglio Regionale della Campania, dal MiBACT e dal Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.

La linea Avellino-Rocchetta, ufficialmente sospesa dal 2010, è stata realizzata tra il 1888 e il 1895 come una delle prime ferrovie secondarie.

La ultracentenaria ferrovia, che collega il territorio interno di tre regioni (Campania, Basilicata e Puglia), ha consentito per decenni di far uscire dall’isolamento tanti paesi dell’alta Irpinia. Ebbe un ruolo fondamentale anche a seguito del terremoto del 1980 con diversi convogli che portarono aiuti in breve tempo.

È la prima ferrovia italiana ad aver ottenuto la dichiarazione di interesse culturale, nel 2016, da parte del MiBACT, supportato dal Dipartimento di Architettura della Federico II.

Alla giornata di studi si è accompagnata anche una mostra, che raccoglie i disegni originali dei ponti, dei viadotti e delle gallerie realizzati lungo la linea, insieme ad alcune tesi di laurea e di specializzazione discusse in diversi Atenei italiani, inerenti la conservazione e il riuso della ferrovia.

La giornata ha avuto come obiettivo quello di presentare i risultati recentemente raggiunti per la tutela della ferrovia e sviluppare un dibattito sulle prospettive per la sua valorizzazione.

Un patrimonio da tutelare e salvare nella sua integrità, promuovendo così la riscoperta e la rivalorizzazione del territorio, anche per una fruizione ambientale e turistica dei luoghi. Un turismo sostenibile, un’idea di turismo differente che vuole crescere, stare connesso.

Uno dei tanti argomenti discussi durante il convegno è stato infatti, il concetto che le stazioni possono tornare ad essere delle porte di accesso al territorio. Così, ora che la ferrovia riaprirà, ci si è posti la domanda di cosa il viaggiatore farà una volta sceso dal treno.

Ma come ha detto Francesco De Santis:” venga la ferrovia, e in piccolo numero d’anni si farà il lavoro di secoli”.

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