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Rembrandt ritrovato: la scoperta avvenuta a Roma

Scoprire in modo inaspettato la “firma” di uno degli artisti più celebrati della storia in un dipinto rimasto sconosciuto per secoli, mettere insieme i tasselli di ogni più piccolo indizio, riuscendo scorgere l’alba del momento ideativo dell’opera d’arte nell’istante  in cui ha preso forma: una storia emozionante che ha del miracoloso.,

Il provento di una felice coniugazione di casualità e fortuna, perspicacia e scienza: esattamente, quella al centro del simposio “Rembrandt: individuare il prototipo, vedere l’invisibile“, che si è tenuto all’Accademia di Francia di Villa Medici, a Roma.

Nella scena dell’incontro “Discovering Masterpiece” della stessa Fondazione, è stato rivelato il ritrovamento casuale ed eccezionale di un dipinto a olio su carta applicata su tela, eseguito tra 1632 ed il 1633, ed attribuibile, in base a studi circostanziati e minuziosi, a Rembrandt.
Si tratta di un’opera mai mostrata fino ad ora: il soggetto – un classico della storia dell’arte e trattata dall’autore fiammingo – una meravigliosa “Adorazione dei Magi“, il cui prototipo era stato considerato perduto e riprodotto solo in alcune copie celebri ritrovate in Russia.

L’OPERA DI REMBRANDT

L’opera è ora a disposizione di ulteriori indagini da parte della comunità scientifica internazionale. Il valore, qualora venisse confermata l’attribuzione, potrebbe aggirarsi tra i 70 e i 200 milioni di euro. Appartiene ad una famiglia romana, ed è inerente ad un fondo storico artistico parzialmente risalente a fine ‘500.

La sua storia ha dell’incredibile, infatti, il dipinto, dopo essere caduto accidentalmente, che attualmente è custodito in in caveau a Milano, è stato sottoposto a un restauro: grazie all’intuito e all’esperienza della restauratrice Antonella Di Francesco, il capolavoro ha abbandonato l’oblio ed è emerso alla luce.

Da questa scoperta ha avuto poi inizio una serie di studi approfonditi e di esami tecnici specifici e sofisticati sostenuti dalla Fondazione Patrimonio Italia.

Il quadro, di dimensioni 54×44 cm, le informazioni emerse rivelano molteplici interventi di restauro realizzati nel corso degli tanti anni, e la presenza di un disegno preparatorio (rilevato dalla riflettologia infrarossa).

Gli studi fatti permettono far conoscere la tecnica esecutiva di Rembrandt: rarissima e fondata su sketch (con pennello, matita o altro medium) velato a olio su carta con successiva applicazione su tela.

Dalle indagini emergono anche i “ripensamenti” dell’artista, sia nello sketch che nella stesura pittorica, con dettagli presenti nel disegno che nella riproduzione finale dell’opera non sono stati più evidenziati.

“Il dipinto ora è a disposizione degli esperti che potranno ragionare sull’attribuzione a Rembrandt: oggi abbiamo voluto presentare una serie di studi che dovrebbero ragionevolmente comprovare l’autenticità ma è un lavoro in itinere e il nostro è un atteggiamento di grande cautela“, ci spiega Guido Talarico, presidente della Fondazione Patrimonio Italia. La proprietà ha intenzione non di speculare sul dipinto ma di metterlo a disposizione di tutti e di valorizzarlo anche con mostre“. “Il progetto Discovery Masterpiece nasce per rivelare capolavori e con questo primo dipinto abbiamo già centrato il nostro obiettivo – prosegue Talarico – è un ulteriore modo per valorizzare il patrimonio italiano, ma la Fondazione sostiene da anni anche i giovani artisti con il Talent Prize, perché la creatività deve essere nutrita e aiutata“.