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lunedì, 25 Settembre 2023

Referendum in Ucraina dopo gli scontri a Sloviansk

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Referendum popolare per circa 5 milioni di persone, per votare l’indipendenza di Donetsk e Lugansk, i due poli industriali ucraini, circa il 30% dell’intera economia ucraina. Elezioni che Kiev, l’Occidente e la Nato hanno dichiarato illegittime. Le urne aperte dalle 8:00 di questa mattina, fino alle 22.00, ore 21.00 in Italia, hanno già visto un’alta affluenza, stando alle prime dichiarazioni dei separatisti filorussi. Diversa invece è la versione dei media, che hanno annunciato la bassa affluenza degli aventi diritto al voto fino a questa mattina. Gli elenchi dei nominativi dei votanti da utilizzare risale a due anni or sono e sono stati presi come riferimento quelli relativi alle elezioni presidenziali in vista per il 25 maggio.

In un clima da guerra civile, nonostante l’invito di Putin di qualche giorno fa ad annullare le attività volte all’organizzazione del referendum, oggi si è deciso di votare per l’autogoverno delle due città. Ieri mattina sono stati rapiti, e fortunatamente rilasciati, alcuni collaboratori della Croce Rossa, mentre il capo delle forze della polizia di Mariupol è stato ucciso in uno scontro tra i separatisti e le truppe di Kiev. Questa notte la situazione non è migliorata: i filorussi hanno scelto come bersaglio una torre di trasmissione televisiva a Sloviansk, provocando il ferimento di due militari ucraini. Tuttavia la tv è nelle mani delle truppe di Kiev.

Le elezioni, iniziate già sabato a Mariupol, dove venerdì sono morte 21 persone, sono già state teatro di alcune falsificazioni burocratiche: le forze dell’ordine ucraine hanno dichiarato di aver bloccato alcuni filorussi con circa 100mila schede già votate con il sì. Sono elezioni difficili quelle vissute nel Paese: l’indipendenza delle due roccaforti minerarie comporterebbe, secondo quanto dichiarato da Oleksandr Turchynov, il presidente ucraino, un crollo economico dell’intera nazione. Inoltre, se da un lato Putin chiede l’annullamento delle operazioni di voto, dall’altro anche a Mosca, precisamente in via Kievskaya, ha predisposto un seggio elettorale al fine di votare l’annessione o la separazione delle due città da Mosca.

Dal resto del mondo il referendum non è stato visto di buon occhio. Il portavoce del dipartimento di Stato Americano, Jen Psaki, ha annunciato che Washington non ha intenzione di ammettere il risultato finale del referendum, considerato illegale secondo la legge ucraina e un tentativo di creare divisioni e disordini, aggiungendo che l’attenzione della comunità internazionale deve ora essere concentrata sul sostegno agli sforzi del governo ucraino per tenere le elezioni presidenziali il 25 maggio. Ogni tentativo di ostacolare questo processo democratico sarà visto chiaramente per quello che è: un tentativo di negare i diritti dei cittadini ucraini di esprimere la propria volontà politica liberamente.

L’Unione europea dal canto suo è in pole per stabilire nuove sanzioni legali alla Russia. La Merkel e Hollande hanno chiesto a Putin di ridurre le truppe al confine, e sperano in un buon esito delle elezioni presidenziali di fine maggio per evitare le sanzioni che la Russia sarà costretta a subire: potrebbero essere colpite le aziende russe che hanno incrementato i loro utili grazie alle confische effettuate in Crimea. Tra domani e dopodomani si avrà il risultato del referendum e il Consiglio Esteri ne valuterà l’evoluzione e l’impatto.

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