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Reddito di Cittadinanza, truffa da duecentomila euro a Napoli

Rendevano “liquido” il reddito di cittadinanza in cambio di una provvigione sulla transazione. Questo il metodo ideato dai tre macellai autori dell’ennesima truffa legata al discutibile provvedimento del Governo con i 5Stelle.

Il reddito ci ha salvato… stiamo avendo un business di 200-210mila euro totali“: parlando con la madre esprime soddisfazione. Una vera e propria truffa che lui, insieme con il fratello e il padre, conducono ai danni dello Stato.

Reddito di Cittadinanza, truffa da duecentomila euro

L’intercettazione legata al decreto di sequestro riguarda i tre indagati. Oggi per loro la notifica dalla Guardia di Finanza di Napoli. Si tratta di tre macellai (padre e due figli) del Borgo di Sant’Antonio.

Un modus operandi illegale grazie al quale “monetizzavano” il reddito di cittadinanza per conto dei titolari. I tre simulavano l’acquisto di carne nelle due macellerie di famiglia, una risultata “vuota” e attiva ma solo sulla carta.

Le intercettazioni restituiscono un quadro esaustivo sulla illegale gestione del reddito di cittadinanza. I beneficiari ottenevano contanti dai tre indagati a fronte del pagamento di una quota variabile tra il 10 e il 20 percento.

Molti dei clienti sono stranieri. Le indagini sulle attività illecite dei macellai iniziano  da una serie di accertamenti avviati dalla Guardia di Finanza.
Precisamente sono gli uomini del gruppo Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Napoli a fare indagini nei confronti di numerosi beneficiari le cui istanze presentavano delle anomalie.
Le carte venivano utilizzate sempre nello stesso centro commerciale (quello degli indagati) e non era stato riscontrato il requisito della residenza in Italia, da almeno dieci anni.

Inoltre non è stata trovata traccia di precedenti rapporti lavorativi. La residenza di questi stranieri, infine, non corrispondeva al domicilio fiscale. Le indagini consentono di scoprire che le domande per il reddito di cittadinanza erano state presentate in numero rilevante in uno specifico Caf gestito da due persone in rapporti con i tre macellai indagati.
Dalle verifiche riguardanti il periodo tra marzo 2020 e lo stesso mese del 2021 emerge che sono state incassate somme pari a oltre 290mila euro attraverso pagamenti via Pos con carte ricaricabili arrivate per il reddito di Cittadinanza intestate a persone di nazionalità romena.