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Raffaello Morghen nacque il 19 giugno 1758 a Portici

Oggi ricorre un “accadde oggi” dedito all’arte e all’immensa bravura artistica. Infatti, oggi, 19 giugno, ma del lontano 1758, nacque Raffaello Morghen, un incisore. L’artista nacque a Portici, un comune in provincia di Napoli.

Raffaello Morghen, incisore, aveva ereditato le potenzialità artistiche dal padre, anch’egli incisore, Filippo Morghen, toscano. Entrò nel mondo dell’arte molto presto, in quanto iniziò a far pratica di disegno fin dall’infanzia e si dedicò poi all’attività dell’intaglio.

L’artista, nel 1778, si trasferì a Roma per studiare con il maestro Giovanni Volpato, dove perfezionò la sua abilità incisoria e apprese la tecnica del taglio lineare, divenuta poi un suo cavallo di battaglia. Fu una figura di spicco ed eccelse nei suoi lavori.

Nel 1781, Raffaello Morghen sposò la figlia di Giovanni Volpato, Domenica Volpato, dalla quale ebbe ben 13 figli, di cui, però, purtroppo, otto morirono in età prematura. Tra i cinque figli rimasti in vita, due maschi, Antonio e Raffaello, ereditarono la passione artistica paterna. In seguito, rimasto vedovo, ebbe altre relazioni sentimentali.

La sua attività artistica fu inarrestabile e coronata di molteplici successi, sia in Italia che all’estero. Infatti, la sua bravura fu apprezzata anche da Napoleone Bonaparte che lo invitò, nel 1812, in Francia per eseguire la stampa dell’opera Napoleone a cavallo sul monte San Bernardo, di Jacques Louis David.

Ebbe la possibilità di incidere ritratti, all’interno di volumi a stampa, di letterati italiani illustri, quali Dante, Petrarca, Tasso, Ariosto, Guicciardini e Boccaccio. Una carriera florida, che, nel 1803, gli fece ricevere il merito di conferimento del ruolo di insegnante presso l’Accademia di Belle Arti a Firenze, dove costruì un gruppo ben fornito di allievi.

L’incisore morì a Firenze l’8 aprile del 1833 e la sua salma fu seppellita nella Basilica di Santa Croce. La sua figura rimane celebre per essere stato un punto cardine e d’eccellenza dell’arte italiana.